150 anni fa il David lasciava l’Arengario per arrivare all’Accademia

Il David di Michelangelo (Foto di Guido Cozzi)

Ci vollero sette giorni per trasferire il capolavoro di Michelangelo da Piazza Signoria. Lo spostamento, su un castello di legno e ferro, avvenne soprattutto nelle prime ore della mattina a causa del caldo torrido

Il 30 luglio 1873 il David di Michelangelo lasciava l’Arengario di Palazzo Vecchio fino a quel momento “sua” casa voluta per simboleggiare le virtù politiche della Repubblica fiorentina per approdare alla Galleria dell’Accademia. Ci vollero ben 7 giorni e il trasferimento a causa del caldo torrido (anche a quei tempi) avvenne soprattutto durante le prime ore della mattina, dalle 4 alle 11. I 150 anni dello spostamento vengono ricordati oggi dal celebre museo fiorentino. “Dopo 150 anni, dopo quell’impresa coraggiosa e all’avanguardia, la Galleria dell’Accademia di Firenze continua ad essere la casa del David” dice il direttore Cecilie Hollberg. “Un’opera iconica, la cui forza simbolica e perfezione rimane attuale, al di là di ogni periodo storico, che attira migliaia di persone da tutto il mondo, solo per incrociare il suo mirabile sguardo. Il nostro compito è quello di continuare a proteggerla. E per il suo anniversario la presentiamo in una nuova luce.”

L’imponente statua marmorea era stata creata dal giovanissimo artista tra il 1501 e il 1504. Lo scultore Lorenzo Bartolini fu il primo, già nel 1842, a presentare un progetto di spostamento del David, sottolineando che “… Questa magnifica statua si degrada alle intemperie, il desiderio è di poterla conservare …”. Nella seconda metà dell’Ottocento, nel 1866, una commissione composta da artisti scienziati e tecnici, presieduta da Luigi Menabrea ed Emilio Santarelli, valutò l’urgenza e l‘imminente necessità di sottrarla agli agenti atmosferici. Così, nel 1872 fu presa la decisione di rimuovere la statua e, seguendo il suggerimento di Emilio De Fabris, tra i più autorevoli architetti fiorentini, costruire uno spazio museale ex-novo che la potesse degnamente ospitare. La Galleria dell’Accademia fu scelta come luogo deputato, De Fabris progettò “una vera e propria tribuna in onore del sommo artista”, un tempio laico coperto da una volta di vetro che avrebbe garantito un’illuminazione il più naturale possibile.

Lo spostamento fisico, impensabile ai tempi nostri, si protrasse per sette giorni, dal 30 luglio all’8 agosto. Un’impresa ciclopica che suscitò grande entusiasmo e curiosità nella popolazione fiorentina, registrata con tono enfatico dalle cronache locali. Fu realizzato un carro ammortizzato per assorbire eventuali urti, un castello in legno e ferro che si muoveva su rotaie ferroviarie, come testimonia il modellino preparatorio, conservato nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze. Il castello con la statua pesava 19 tonnellate. Il 4 agosto, dopo aver attraversato le principali vie della città, Il David fu introdotto dall’Accademia di Belle Arti mediante un’apertura ottenuta distruggendo la parete d’ingresso dell’edificio. Nel diario delle operazioni, una nota finale riporta: “Venerdì 8 agosto. Ricondotto e calato sulla base, ove starà finché Dio vorrà“. Dopo l’estate l’Accademia organizzerà un evento specifico per festeggiare questa importante ricorrenza.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.