Addio al Papà di Bobo, Sergio Staino ci ha lasciati a 83 anni

Sergio Staino con il Governatore toscano Eugenio Giani

Toscano di Piancastagnaio, giornalista, autore, nel 1979 la prima striscia su Linus con protagonista il marxista leninista con gli occhiali sopra a un grosso naso e la sua ironia pungente

La malattia che lo affliggeva da molto tempo alla fine non gli ha lasciato scampo. Sergio Staino, giornalista, vignettista, ma per tutti il creatore di Bobo, alter ego suo e di tutto un popolo di sinistra che a lungo si è rispecchiato nel suo sguardo in una sorta di continua seduta psicoanalitica quotidiana collettiva, se n’è andato oggi all’età di 83 anni. Toscano di Piancastagnaio, per decenni fu vignettista de l’Unità di cui più avanti assunse anche la direzione, per l’Espresso e per molte altre testate. Di fatto cieco da tempo, per una degenerazione della retina che lo ha iniziato a colpire a soli 37 anni, ha combattuto per anni questa sua disabilità senza mai arrendersi, continuando sempre a disegnare, prima a mano e poi aiutato dalla tecnologia. “Il disegno – aveva detto una volta – io lo penso sempre molto e così mi sono accorto che la mia mano destra si muoveva da sola e disegnava quello che avevo in testa”.

Bobo fece il suo esordio nel 1979 su Linus allora diretto dal grande giornalista Oreste Del Buono. Negli anni Ottanta collaborò con il Messaggero e l’Unità, diresse il settimanale satirico Tango, supplemento del quotidiano fondato da Antonio Gramsci  – poi diventato Cuore sotto la direzione di Michele Serra – che aveva fondato nel 1986 e ne aveva fatto un seguito, l’anno successivo, in tv con Teletango su Rai3. Sempre per la Rai realizzò Cielito lindo, il varietà satirico condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci. E poi successivamente ancora tante collaborazioni fino al trasferimento di Bobo, dopo la chiusura dell’Unità, a la Stampa e al Riformista. Bobo, Il marxista leninista con gli occhiali sopra a un grosso naso e la sua ironia pungente era diventato popolarissimo, e lo è tutt’ora, per via di quella autosatira dentro il partito e il mondo comunista, e poi dentro la sinistra in generale, con quella intelligenza unica che faceva riflettere anche la parte politica contraria.

Staino con Giani

“Caro Sergio, che brutto scherzo che ci hai fatto: tu e Bobo per noi eravate immortali” dice il sindaco di Firenze Dario Nardella. “Con Staino perdiamo tutti un grandissimo professionista che tramite la sua matita ha fatto riflettere non solo le persone comuni ma anche molta parte del centrosinistra e del Pd, partito al quale non risparmiava spesso critiche, anche se sempre costruttive, e che spronava ad essere più vicino al suo popolo. Io oggi perdo un amico con cui fin dai miei primi passi nella politica mi sono sempre confidato sulle mie idee sulla politica e sulla vita. Ci accomunavano valori e principi solidi e con lui il Comune ha avuto modo di collaborare molte volte: ricordo tra l’altro che all’inizio del 2000 Staino è stato responsabile dell’Estate Fiorentina, mentre la nostra ultima iniziativa insieme è stata una cartolina contro il razzismo. Alla moglie Bruna, quella Bibi che spesso lui ha definito la sua forza e il suo valore aggiunto, e ai figli Ilaria e Michele, vanno le più sentite condoglianze della città e il mio abbraccio personale”.

Per il Governatore toscano Eugenio Giani “ Ci lascia oggi un grande toscano, anima di un talento senza pari! Uomo straordinario che con le sue vignette ci ha coinvolto, divertito e fatto riflettere. Il babbo di “Bobo”, ex direttore de l’Unità riferimento insostituibile d’opinione per tutto il mondo progressista. Lascia un grande vuoto nel mondo della satira e in tutti noi”. Cordoglio è stato espresso anche dal presidente del Consiglio Comunale Luca Milani: “Ci addolora molto la notizia della scomparsa di Sergio Staino. Per chiunque si rifaccia ai valori della sinistra è stato per lunghi anni un punto di riferimento, spesso polemico nei confronti della sua stessa parte politica e in particolare del PD. Non solo disegnatore, ma anche regista, direttore de l’Unità, animatore culturale. Ci mancherà la sua tagliente ironia e la sua umanità. Siamo certi che la città di Firenze, che aveva scelto come sua casa, saprà ricordarlo nel modo più degno”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.