Dalla mecenate Veronika Atkins quasi 5 milioni di dollari per l’anfiteatro di Boboli

Il Giardino di Boboli e Palazzo Pitti

E’ il più grande versamento effettuato da un privato per un museo fiorentino. Servirà per restaurare integralmente la struttura che nel 1983 ospitò una epica partita del Calcio Storico e adesso tornerà alla sua funzione di teatro all’aperto

Quattro milioni e mezzo di euro (circa 4,8 milioni di dollari), il più grande versamento da un privato mai effettuato in favore di un museo fiorentino: a beneficiarne sono le Gallerie degli Uffizi. Questo immenso atto di sponsorizzazione è stato compiuto dalla mecenate statunitense Veronika Atkins. L’ingente somma verrà impiegata per restaurare integralmente l’Anfiteatro del Giardino di Boboli, nell’ambito dell’ampio programma di rilancio del verde mediceo ‘Boboli 2030’. Le operazioni prenderanno il via nei prossimi mesi, e dureranno tra i due e i tre anni. Doppio obiettivo, quello della tutela, ovvero di riportare alle migliori condizioni le tante e varie componenti architettoniche, scultoree e vegetali di questo suggestivo ma delicatissimo spazio; e quello della valorizzazione, ovvero di garantire allo stesso tempo, il recupero della sua originaria vocazione ad accogliere spettacoli, e in particolare la musica lirica.

Eike Schmidt e Veronika Atkins

“Grazie alla generosità di Veronica Atkins – commenta il direttore delle Gallerie Eike Schmidt – vedrà la luce uno dei progetti chiave dell’iniziativa Boboli 2030: l’Anfiteatro di Boboli – che nella sua forma architettonica richiama le glorie dell’antica Roma – recupererà la sua funzione di teatro all’aperto. Presto vedremo di nuovo i migliori cantanti esibirsi nella vasta conca circondata dal verde, a raccogliere gli applausi non di pochi eletti ma di tutto il numeroso pubblico che si unirà in platea e sulle scalinate per un’esperienza unica e irrepetibile”.

L’anfiteatro fu originariamente concepito in forme puramente vegetali da Eleonora da Toledo, che incaricò della sua realizzazione lo scultore, architetto e scenografo Niccolò Tribolo. Il primo utilizzo teatrale fu in occasione della festa di matrimonio di Margherita de’ Medici con Odoardo Farnese nel 1628. Un primo recupero avvenne negli anni Trenta del Novecento, quando esso fu utilizzato anche per farvi rivivere l’opera lirica. Proprio in questo spazio, infatti, nel giugno 1937 venne messa in scena L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, con la scenografia firmata da Giovanni Michelucci. Nel 1960 e ancora nel luglio 1965, Franco Zeffirelli lo scelse per allestire l’Euridice di Jacopo Peri. Ma l’Anfiteatro fu utilizzato anche nell’estate del 1983 per disputare una partita di Calcio Storico tra Bianchi e Verdi che è rimasta negli annali della manifestazione e nel cuore di tutti i fiorentini, compreso chi scrive queste note, con grandissima nostalgia per lo scenario unico e affascinante nel quale avvenne la contesa fra i due colori.

Veronica Atkins è tra i più noti sponsor e mecenati al mondo nel campo della musica: negli ultimi anni la sua attività di sostegno verso le Gallerie degli Uffizi è andata in crescendo. Attraverso i Friends of the Uffizi Galleries, ha finanziato il restauro del Terrazzo delle carte geografiche agli Uffizi, della serie degli arazzi Valois del museo fiorentino, e della Sala di Bona a Palazzo Pitti. Nell’ottobre scorso, ha regalato uno dei migliori pianoforti al mondo per i concerti nella Sala Bianca dell’ex reggia medicea. In quell’occasione fu insignita dalle Chiavi della città di Firenze dalla vicesindaca Alessia Bettini. E’ Managing Director nel Consiglio d’amministrazione della Metropolitan Opera di New York, è presidente della Dr. Robert C. e Veronica Atkins Foundation, e sostiene tante altre prestigiose organizzazioni culturali. “Il progetto dell’Anfiteatro di Boboli – aggiunge Atkins -unisce i miei tre amori più grandi: la natura, l’arte e la musica. Non vedo l’ora di assistere alla prima dell’opera lirica che in questo luogo magico e unico al mondo risuonerà alla fine dei restauri”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.