Dante e Boccaccio secondo Pupi Avati

Il regista Pupi Avati

Il maestro del cinema presenta domani all’Accademia delle Belle Arti il suo ultimo romanzo “Alta Fantasia”, viaggio di riparazione e di scoperta. Alla libreria Alzaia, sempre martedì, l’incontro su “Europa, nuovi muri e vecchie frontiere”

Ravenna, 1321: esiliato e misconosciuto, Dante Alighieri esala l’ultimo respiro. Trent’anni dopo Giovanni Boccaccio, studioso appassionato dell’opera dantesca, riceve un incarico singolare: andare in quel convento, dove risiede la figlia di Dante, divenuta monaca con il nome di suor Beatrice, e consegnarle un risarcimento in denaro per l’esilio ingiustamente subito dal padre. È da qui che si dipana la trama di “L’alta fantasia” (Solferino Libri), l’ultimo romanzo di Pupi Avati che sarà presentato domani, martedì 23 novembre alle 18.30, presso l’Accademia di Belle Arti  nell’ambito del ciclo di incontri letterari firmato “La città dei lettori” (via Ricasoli 66, ingresso libero fino a esaurimento posti, obbligo di green pass Info: www.lacittadeilettori.it). Il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, autore di classici della cinematografia come “La casa delle finestre che ridono”, torna in veste di scrittore, con un nuovo lavoro che è l’incontro attraverso i secoli tra un maestro della settima arte e due giganti della cultura italiana. In dialogo con lui ci saranno Stefano Carrai e Margherita Ghilardi. L’evento è a cura di Associazione Wimbledon APS, in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Firenze.

“L’alta fantasia” è un viaggio di riparazione e di scoperta, ma anche di fatica e di pericoli, non ultima l’accoglienza non sempre entusiastica ricevuta da Boccaccio nei conventi dove l’opera del sommo poeta era ancora vietata, in odore di eresia. Ma sarà anche l’occasione per riandare ai momenti più importanti della vita dell’Alighieri: le sensibilità di bambino e l’incontro con Beatrice, la politica e i tradimenti, l’amarezza della cacciata da Firenze, il tormento e l’estasi della scrittura. Trovando così conferma lo stesso Boccaccio di quanto il dolore possa promuovere l’essere umano a una più alta conoscenza. Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d’artista intessuta di passione e di poesia. Pupi Avati, all’anagrafe Giuseppe, già collaboratore di Pasolini, è uno dei maestri riconosciuti del cinema italiano, con all’attivo film iconici e di culto tra cui “Tutti defunti… tranne i morti”, “Zeder” e “Regalo di Natale”. Dal 1995 presiede la Fondazione Federico Fellini, e come autore ha pubblicato l’autobiografia bestseller “La grande invenzione” (Rizzoli) e diversi romanzi, il più recente dei quali è “L’archivio del diavolo” (Solferino Libri).

Europa, nuovi muri e vecchie frontiere è invece il tema dell’incontro in programma sempre domani, martedì 23 novembre, alle ore 18 presso la libreria Alzaia di viale don Minzoni 25 (ingresso libero). Interverranno don Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana, e lo scrittore e saggista Enzo Barnabà, che nell’occasione presenterà il suo libro “Il passo della morte. Storie e immagini di passaggio lungo la frontiera tra Italia e Francia”. L’incontro, moderato dal giornalista Jacopo Storni, sarà l’occasione per riflettere sui confini blindati dell’Europa, con un focus speciale sia su quanto sta avvenendo in questi giorni tra Polonia e Bielorussia sia su quanto è avvenuto e sta tutt’ora accadendo tra Italia e Francia, un territorio che lo scrittore Barnabà conosce benissimo.

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