Domani Uffizi chiusi. Schmidt: “Minor rischio in musei e teatri”

Quasi 20.000 presenze per la celeberrima pinacoteca fiorentina che affronta il suo terzo periodo di chiusura causa Covid. “L’arte e la cultura sono essenziali per tutti”

Quasi 20mila persone in 14 giorni. E una grossa amarezza data dalla considerazione che i musei sono tra i luoghi più sicuri e impermeabili al virus. Da domani gli Uffizi saranno di nuovo chiusi per effetto del rientro in zona arancione della Toscana: una permanenza che addirittura potrebbe protrarsi per oltre due settimane se l’indice Rt di contagio Covid non scenderà. E non basta la soddisfazione per il grande riscontro di pubblico nei quindici giorni effettivi di “riattivazione” tenendo conto delle chiusure durante i weekend e nei lunedì tradizionale giornata di fermo del complesso.

“I numeri dell’ultima riapertura – commenta amareggiatissimo il direttore Eike Schmidt – confermano il forte desiderio dei cittadini per la cultura. Speriamo che la nuova chiusura duri poco. Proprio in questi giorni è uscito uno studio dell’Università di Berlino secondo il quale i musei e i teatri a ridotta compresenza sono i luoghi pubblici a minor rischio di contagio: un rischio di gran lunga inferiore a rispetto a supermercati, negozi e ristoranti. L’arte e la cultura sono essenziali per tutti”.

Dopo i 7.300 visitatori dei primi sei giorni di apertura in gennaio, agli Uffizi ne sono arrivati 1.453 il 2 febbraio, 1.085 il 3, 1.215 il 4, 1.734 il 5, 944 il 9, 969 il 10, 1.417 l’11; infine 2.029 il 12, venerdì scorso, ultima data di apertura e record giornaliero dell’intero periodo per un totale di 18.146 presenze. Da domani, per la Galleria comincia il terzo periodo di chiusura dall’inizio della pandemia: il primo era scattato con il lockdown generale l’8 marzo 2020 ed è durato fino al 2 giugno. Il secondo era partito il 5 novembre 2020 e si era concluso lo scorso 20 gennaio, la chiusura più lunga dalla fine del secondo conflitto mondiale durata ben 77 giorni.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.