Ecco il nuovo padiglione Deas di Careggi: è capace di 150 nuovi posti letto

Giani: “Potrà offrire adesso una risposta alle esigenza della lotta contro il Covid, un domani sarà una risorsa in più per la sanità toscana”. Ma l’Ordine dei Medici lancia un nuovo allarme: “Disastro organizzativo a tutti i livelli. Due anni di pandemia non ci hanno insegnato niente”

È già attivo con due raparti di degenza medica il nuovo Blocco F, edificio di quasi 10mila metri quadri su 6 livelli, che l’Azienda ospedaliero–universitaria Careggi di Firenze ha realizzato in quattro anni, adeguando il progetto alle esigenze assistenziali della pandemia da Covid-19. La nuova opera, che completa il padiglione 12 DEAS sul viale San Luca, nella parte interna dell’area ospedaliera, rappresenta la fase conclusiva della costruzione del Nuovo Careggi come ultima ala di una gigantesca struttura che ospita, fra le attività più rilevanti, il Trauma Center, vari blocchi operatori, le cardiochirurgie e le terapie intensive del trauma.

Il Governatore toscano Eugenio Giani

“Da oggi  – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani visitando la nuova struttura – all’ospedale universitario di Careggi ci sono 150 posti in più. Di questi 42 posti per terapia semi intensiva, 46 per intensiva, il resto di posti letto normali. E’ un fatto molto importante perché la Toscana si prepara sempre di più ad accogliere e gestire la degenza di chi vive la progressività della malattia da Covid. Ci prepariamo a qualcosa che potrebbe succedere, anche se ci auguriamo che questi posti restino vuoti. Il livello di contagio è sempre alto e ci stiamo comunque attrezzando ed implementando le nostre difese. Questa struttura potrà offrire ora una risposta alle esigenze della lotta al Covid, un domani sarà una risorsa in più a disposizione della sanità toscana”.

Il nuovo Blocco F rende attualmente disponibili oltre 150 nuovi posti letto, 35 al piano terra dedicati alle degenze del trauma, 24 di terapia intensiva e sub intensiva neurochirurgica pronti a supporto della Neurochirurgia che sarà trasferita dal padiglione CTO a completamento dei percorsi assistenziali del Trauma Center. Il secondo piano, in fase di allestimento ospiterà le attività di Ematologia e Trapianto di midollo osseo con 23 posti letto in stanze singole. Al terzo piano sono già trasferite le Medicine Interne e d’urgenza con 35 letti complessivi, già trasferiti anche gli altri 35 posti letto del reparto di degenza ordinaria di area medica. A questi si aggiungono il primo e il quarto piano che potranno essere, in caso di necessità, dedicati a reparti Covid con letti ordinari e terapie intensive.

Pietro Dattolo

Intanto però l’Ordine dei Medici di Firenze lancia un nuovo allarme sulle condizioni in cui versano attualmente gli operatori sanitari che devono far fronte all’aumento dei contagi provocato dalla variante Omicron del Coronavirus. Il presidente Pietro Dattolo senza mezzi termini parla apertamente di “disastro organizzativo a tutti i livelli. Europeo, nazionale e regionale” e aggiunge duramente: “Due anni di pandemia non ci hanno insegnato niente e ci ritroviamo in un momento di difficoltà enormi, ancor maggiori se possibile di quelle del passato. Le assunzioni sono state poche. L’obbligo vaccinale è stato imposto tardi. La medicina del territorio abbandonata

“Basta andare negli ospedali per capire la gravità della situazione: reparti pieni, pronto soccorso al limite della capienza. Il tutto complicato e aggravato dai contagi dei medici e degli infermieri che riducono ancora di più il personale. Per fortuna la malattia è virata, è difficile trovare quadri gravi come quelli di un anno fa. E i quadri più gravi, quelli che vanno in rianimazione, sono no vax o persone con pluripatologie. Allora la prima domanda è: perchè queste persone non sono curate a casa? Perchè la medicina del territorio non esiste, i medici di famiglia sono stati abbandonati a sé stessi. Io ricevo telefonate di medici di famiglia disperati, che devono rispondere a 300 telefonate al giorno di persone che chiedono anche se l’unghia incarnita del figlio ha a che fare col Covid e quindi rischiano di non poter rispondere e visitare chi ha realmente bisogno”.

E’ la rete territoriale la grande sconfitta di questa fase per il presidente dell’Ordine dei medici fiorentini: “I cittadini che non sanno cosa fare vanno al pronto soccorso. Che è in difficoltà grave. Gli ospedali sono pieni di ricoveri spesso anche evitabili, e quelli di persone che senza l’assistenza ospedaliera rischiano di morire, si rischia di non poterli fare. L’infarto è aumentato, gli ictus sono aumentati, si muore molto di più per patologie no Covid”. Ultimo ma non meno importante il ritardo delle assunzioni: “Abbiamo avuto due anni per assumere medici e infermieri e non lo abbiamo fatto se non in maniera parziale. Il governo ha messo pochi soldi per le assunzioni dei medici e quindi la Regione aveva detto che non si poteva assumere e che l’organico doveva rimanere quello del 2019. Per questo devo ringraziare, sia personalmente sia professionalmente, Federico Gelli che, in data 4 gennaio, ha emanato una direttiva che sbloccherebbe le assunzioni “ove necessario”, per tutte le Asl sottolineando fra l’altro che le assunzioni per il Covid e quelle per garantire i servizi essenziali ai cittadini, non fanno parte del bilancio corrente, sono extra. Speriamo che su assunzioni e riorganizzazione si vada avanti.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.