Fiorentina “fuori” per due anni: Giani rilancia Empoli e pensa anche a Castello

E’ l’impianto in corso di ultimazione alla Scuola Marescialli. Scettico il sindaco empolese Barnini: “Difficilmente potremmo sopportare il carico di due squadre di serie A”. Cocollini attacca Nardella: “Decisione scellerata”

Tre ipotesi e una nuova polemica. Le dichiarazioni del sindaco Dario Nardella a margine della riunione tenutasi lunedì scorso a San Minato al Monte della Giunta programmatica stanno suscitando un nuovo vespaio di reazioni (soprattutto fra i tifosi). Parlando del restauro della Stadio Franchi, il primo cittadino fiorentino aveva candidamente ammesso che la Fiorentina, per consentire gli interventi necessari ad adeguare l’opera di Nervi, avrebbe giocato fuori per due anni le partite casalinghe (metà 2024, metà 2026 quando l’impianto dovrà essere pronto e soprattutto funzionale).

E questo è bastato non solo a mettere in subbuglio tutto l’universo viola, ma anche il laboratorio politico fiorentino. Nardella ha poi ribadito i “rapporti eccellenti” con la società aggiungendo che “insieme troveremo la soluzione migliore per gestire questo delicato ma esaltante momento”. Le tre ipotesi sono Empoli, Modena e Reggio Emilia con un ultima estrema possibilità al Tardini di Parma. Ma non solo i tifosi, anche la politica spinge per trovare una soluzione “toscana” a tutta la vicenda. Per il Governatore Giani l’unica possibilità resta quella di Empoli: “Non possiamo arrivare alla situazione del 1990 quando la Fiorentina andava a giocare a PerugiaNon sarebbe ammissibile non giocare in Toscana. La soluzione di Empoli è sicuramente da perseguire, ma a Firenze c’è un secondo stadio, in corso di completamento, quello della ‘Scuola dei Carabinieri’ di Castello, da 7mila posti. L’impianto è al centro delle reti di trasporto, come treni e autostrade. Ci sarebbero da costruire delle tribune provvisorie per avere più spettatori, mentre le dimensioni del campo non preoccupano perché anche quello di La Spezia è più piccolo del dovuto. Farò un tentativo, ma se non dovesse andare in porto, l’unica soluzione fattibile sarebbe uno stadio toscano. Vedere la Fiorentina giocare due anni fuori Toscana la vedrei come una cosa anomala.

Scettica (e anche un po’ preoccupata) è invece la sindaca empolese Brenda Barbini la quale però ribadisce che al momento non sono arrivate richieste né dal Comune di Firenze e neppure dalla Fiorentina “La nostra città – spiega – difficilmente potrebbe sopportare il carico di due squadre di serie A”.

La polemica invece arriva dal vicepresidente del Consiglio comunale e consigliere del gruppo Centro Emanuele Cocollini: “Mi domando come si possa affermare con tanta leggerezza che la Fiorentina dovrà giocare la stagione 2024/2025 e 2025/2026 sempre in trasferta senza proporre una soluzione per evitare gli enormi disagi che questa decisione comporterà. Il patron viola Rocco Commisso si era proposto, fin dal suo arrivo, per la costruzione di un nuovo impianto di proprietà. Dopo la farsa del progetto alla Mercafir questa giunta ha deciso di ristrutturare lo stadio Artemio Franchi intervenendo su un impianto ormai obsoleto. Una scelta folle che costa ai cittadini più di 200 milioni di euro. Nel frattempo non si è nemmeno pensato ad una soluzione per poter continuare a far giocare la Fiorentina in città. Ci si rende conto che con la scelta di far giocare i viola sempre fuori Firenze si creerà anche una perdita d’incassi: abbonamenti e biglietti alla società? Non si pensa ai tifosi costretti a dover peregrinare in giro per la Toscana o per l’Italia per poter seguire la propria squadra? Si trovi subito una soluzione e una zona per poter costruire uno stadio, anche prefabbricato, se necessario, come hanno realizzato anche a Cagliari, con l’Unipol Domus. C’è ancora tempo per poter intervenire per evitare una decisione scellerata che penalizzerà gli amanti del calcio e la Fiorentina e per pensare che la Fiorentina possa avere uno stadio di proprietà indipendente dal futuro del Franchi”. 

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.