Grazie a una donazione privata sarà restaurato il refettorio grande di San Marco

Michael Scherb, fondatore e CEO di Appian Capital Advisory, sostiene una istituzione l’anno e ha scelto il Museo di San Marco dal momento che adesso trascorre più tempo a Firenze

Un delicato restauro architettonico e un completo rinnovamento dell’allestimento sono iniziati all’interno del Museo di San Marco per ridare nuova vita al Refettorio grande, finora in parte inaccessibile a causa di un sollevamento del pavimento in cotto. I lavori sono iniziati grazie a un’ingente donazione privata che consentirà di restaurare la sala e rinnovare completamente il suo allestimento, rimuovendo i vecchi pannelli alle pareti, restaurando l’affresco con la Provvidenza dei domenicani, sormontata dalla Crocifissione realizzato da Giovanni Antonio Sogliani e rinnovando completamente la disposizione delle opere d’arte, l’illuminazione e il sistema informativo al pubblico.

Al termine dei lavori il Refettorio grande ritornerà completamente visibile e perfettamente fruibile dai visitatori anche grazie a nuove didascalie e ad una nuova illuminazione realizzata secondo i più moderni standard. Il delicato intervento – che durerà circa un anno e che è iniziato con la rimozione delle opere presenti nella sala – è reso possibile grazie alla generosità di Michael Scherb, fondatore e CEO di Appian Capital Advisory con una donazione che è alla base di un partenariato pubblico-privato di successo volto a valorizzare il patrimonio culturale italiano. Scherb ha costruito una carriera di circa 20 anni nel campo della finanza e degli investimenti di private equity, lavorando presso J.P. Morgan Chase prima di fondare Appian. Filantropo attivo nel campo delle arti e della cultura, ha selezionato personalmente il Museo di San Marco, che riflette il suo amore per il patrimonio italiano e toscano, incarnato dal legame storico del Museo con Beato Angelico.

“Grazie alla generosa sensibilità e all’autentico entusiasmo di Michael Scherb, possiamo proseguire nel piano di rinnovo e di rilancio del Museo di San Marco che rappresenta forse meglio di qualunque altro luogo a Firenze il vertice del Rinascimento e del mecenatismo dei Medici nel Quattrocento – afferma Stefano Casciu, direttore regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura – La nuova sala, completamente riallestita, e il grande affresco del Sogliani restaurato, saranno certamente ulteriori motivi per visitare questo splendido museo.”

Con l’allestimento del Refettorio grande si completa il rinnovo degli spazi museali del piano terreno del Museo, unificati da moderni sistemi di illuminazione e da una coerente impostazione grafica e di comunicazione al pubblico. Il Refettorio grande era lo spazio usato quotidianamente dai frati del convento, mentre il Refettorio piccolo era utilizzato per gli ospiti. Coperto da volte ribassate, fu riallestito nel 1983 ed oggi ospita venti dipinti della Scuola di San Marco. La sala è dominata dall’affresco di Giovanni Antonio Sogliani (firmato e datato 1536), con la Provvidenza dei domenicani, sormontata dalla Crocifissione. “Il mio obbiettivo è di sostenere un’istituzione culturale all’anno,” aggiunge Scherb, “e sono lieto di annunciare che il Museo di San Marco è la mia scelta per il 2023. Ho visitato San Marco per la prima volta da bambino e ancora di recente, dal momento che ora trascorro più tempo a Firenze. È una città che ha dato così tanto al mondo e ho intravisto subito una grande opportunità per sostenere una delle sue più grandi gemme nascoste. Il finanziamento aprirà nuovi spazi e – spero – consentirà a più persone di godere del Museo in una città, come Firenze, dove anche le più grandi istituzioni culturali devono costantemente competere per l’attenzione dei visitatori.”

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.