Guardiamoci curiosi e stupiamoci, sarà una nuova nascita

Uno degli aspetti più evidenti e più difficili da affrontare dell’emergenza Coronavirus è il dover rimanere chiusi in casa, senza poter vedere né parenti e neppure amici, sottoposti alle rigide ma giustissime misure restrittive prese nell’interesse di tutti per evitare il diffondersi del contagio. Silvia Bisconti, counselor olistica e channeler, ci spiega come affrontare al meglio il periodo di quarantena

Silvia Bisconti è counselor olistica

Per molti di noi, chi è sano e non ha persone care che lottano contro il covid 19, la difficoltà più grande da superare in questa situazione è legata a due fattori, tra loro correlati. La mancanza di libertà e la solitudine. Restare ad ore nella propria casa, grande o piccola che sia, fa rimbalzare lo sguardo all’infinito sugli stessi oggetti, sugli stessi muri. Le rare uscite concesse, in compagnia del timore di poter essere contagiati. Così tutto diventa più difficile, più faticoso.

Vorrei poter condividere delle riflessioni per alleggerire questi stati di malessere, che oltre che a gravare sull’aspetto psicologico, incidono anche sul livello delle nostre difese immunitarie. Anche la fisica quantistica avvalora la correlazione tra stati d’animo e stati fisiologici. Penso che di coloro che sono morti dal ridere, ricordiamo solo il signor Dawes di Mary Poppins. Mentre di tristezza, di depressione, di solitudine, ne conosciamo tanti.

Grandi uomini, cui è stata lungamente preclusa la libertà fisica (e penso tra tutti a Nelson Mandela) hanno saputo fare un salto, spostare l’attenzione dal limite materiale per portarlo all’illimitatezza interiore. Senza pretendere che diveniamo dei leader mondiali, possiamo però anche noi utilizzare una parte della nostra energia, anziché per nutrire le zone di dolore (si perché anche lo stare male ci richiede energia per farci permanere in tale stato!) per guardare all’altra faccia della medaglia. La nostra realtà è duale: alla luce si contrappone il buio, al caldo il freddo e così via. Dunque deve esserci anche un lato utile, che si trova oltre le zone di dolore.

Il pensiero ha la caratteristica di avvilupparsi su sé stesso, creando strutture sempre più complesse. La mente è fantastica, ma se le lasciamo la libertà di muoversi senza alcun controllo, bombardati come siamo di notizie a dir poco pesanti e destabilizzanti, ecco che per lei molte cose possono apparire insormontabili.

Quando il malessere ci prende, quando il non poter vedere gli amici, i parenti, abbracciarli, quando ci affacciamo alle finestre e vediamo le strade deserte, possiamo fare delle domande a quelle parti di noi che stanno entrando nelle zone di dolore ed accoglierle. Non ci viene chiesto di essere perfetti. Probabilmente la solitudine e le restrizioni a cui siamo sottoposti fanno arrivare alla luce sofferenze antiche, che portiamo in noi da lunghissimo tempo e che non abbiamo mai voluto guardare.

In questo momento il terremoto emotivo che stiamo vivendo permette a ciò che è stato lungamente sepolto di affiorare alla superficie. Certo che fa male, ma se lo ascoltiamo, se lo accogliamo, possiamo poi lasciarlo andare, perché non avrà più niente da insegnarci. Iniziamo ad essere gentili con noi stessi, con le nostre ferite, le nostre paure. Tutti ne abbiamo. E quando abbiamo avuto una comprensione possiamo condividerla, così che anche in altri si possa verificare lo stesso processo. Quando si raggiunge un risultato di questo tipo, ci si può sentire un po’ stanchi, ma si è consci della portata di quello che si è conquistato, sappiamo che ci ha portati più vicini a chi siamo e ci ha resi più liberi. Le restrizioni esteriori finiranno, sarebbe fantastico se lo facessero anche quelle interiori, no?

E poi, un’altra opportunità che si ha in questo tempo apparentemente immobile è trovare i nostri talenti. Crescendo si cambia. Quello in cui ci realizzavamo anni fa potrebbe non farlo più. Non è un invito a far saltare per aria tutto ciò che avete costruito, ma ad integrarlo con cose nuove, che ci completino. Guardiamoci con curiosità, alla fine non ci conosciamo un granché. E diamoci la possibilità di stupirci, di osservarci oltre i ruoli che incarniamo da tanto. Nel rinascere c’è un infinito da scoprire. E quando ritroveremo gli altri, avremmo molto di nuovo da condividere!

Silvia Bisconti

Per rivolgere domande e avere consigli in merito al superamento dei disagi  che l’attuale momento comporta si può scrivere a: bisconti.silvia@gmail.com

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