I Custodi del Bello ripuliscono la facciata del sottopasso di viale Fratelli Rosselli

L’intervento è stato realizzato realizzato con il finanziamento di 30mila euro dell’assessorato al Turismo

Era completamente ricoperta dalle scritte e oggetto di numerosissime segnalazioni da parte dei cittadini. Oggi, dopo mesi di lavoro, la facciata che porta al sottopasso di viale Fratelli Rosselli è stata restituita alla città totalmente ripulita e tirata a lucido dai Custodi del Bello grazie a un finanziamento di 30mila euro da parte dell’assessorato al Turismo del Comune di Firenze. Un intervento complesso che ha richiesto l’utilizzo di una particolare tecnica detta di “scialbatura”, che ha consentito di rimuovere la vernice sedimentata ed entrata in profondità a causa dello smog. A presentare il completamento dell’intervento erano presenti, tra gli altri, il sindaco Dario Nardella, la vicesindaca e assessora al Decoro Alessia Bettini, il presidente degli Angeli del Bello Giorgio Moretti, il direttore operativo centrale di Alia Servizi Ambientali spa Alessandro Canovai e la squadra dei sei Custodi del Bello impegnati nella pulitura. 

I Custodi del Bello illustrano la loro opera al Sindaco di Firenze Dario Nardella

Gli Angeli del Bello sono ormai uno strumento stabile dell’attività dell’Amministrazione comunale – ha detto il sindaco Dario Nardella -. Solo quest’anno sono stati fatti oltre cento interventi straordinari con oltre 13mila ore di lavoro per operazioni non facilissime di ripulitura di muri, facciate, marciapiedi. L’attività di decoro va insieme a quella di controllo del territorio: andremo avanti sempre di più in questa direzione e faremo in modo che gli Angeli del Bello possano crescere nel numero e negli interventi su tutta la città”. 

I partecipanti al progetto Custodi del Bello, persone con fragilità che hanno la possibilità di crearsi una rete sociale di riferimento ed acquisire professionalità per reinserirsi nel mondo del lavoro, hanno lavorato a fianco della Fondazione degli Angeli del Bello, che da gennaio a luglio scorso è stata impegnata nella progettazione, nell’organizzazione dell’intervento e nelle prove tecniche. Durante il sopralluogo, la superficie si è rivelata molto deteriorata, con tag e frasi scritte ovunque e la vernice delle bombolette spray è risultata assorbita dalla facciata. Dopo la fase di studio e analisi, da luglio a novembre, i Custodi del Bello hanno svolto un intervento di “scialbatura critica”, tecnica indicata per il ripristino della superficie dal Servizio Belle arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio diretto dall’architetto Giorgio Caselli. “Tutte le aree che insistono in prossimità del percorso ferroviario dei treni che transitano in città sono molto degradate e non sono mai state oggetto di recupero – ha detto il presidente Moretti -. Abbiamo più volte sollecitato Ferrovie con tutte le aziende del gruppo, senza aver mai ricevuto risposte concrete, mentre luoghi notificati e di pregio continuano ad essere presi di mira dai writers. È stata una vera sfida, per i Custodi e la Fondazione”.

Lo scialbo critico consiste in una mascheratura delle scritte vandaliche attraverso la stesura di uno strato cromatico non uniforme, capace di interpretare criticamente il tessuto murario nelle condizioni precedenti all’imbrattatura. Lo strato cromatico viene eseguito attraverso più stesure di tinta a calce per riprodurre non solo il colore base della superficie, lapidea o a intonaco, ma anche le tracce del tempo che si erano accumulate su di essa. Il lavoro è stato realizzato permettendo anche di retribuire i custodi del Bello che hanno partecipato al progetto, grazie a un bando indetto dall’assessorato al Turismo in collaborazione con il ministero del Turismo, il Fondo per lo sviluppo e coesione sociale, Feel Florence e Gdits. “Grazie soprattutto agli Angeli del Bello, che curano questa parte così importante per il decoro della nostra città – ha detto il direttore Canovai -. La nostra è un’amicizia lontana; sin dalla prima ora siamo insieme in questa battaglia contro il degrado, e oggi è una giornata di festa perché ogni pezzo recuperato è un traguardo che va celebrato”.

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