Ipotesi ritorsione per la scomparsa della piccola Kata?

La piccola Cata scomparsa nell'ex hotel Astor di via Maragliano

I Carabinieri: “Non escludiamo nessuna pista investigativa. Tutto è possibile”, mentre si affievoliscono sempre di più le speranze che la piccola si sia allontanata da sola

Un momento della conferenza stampa di questa mattina

Potrebbe esserci una ritorsione contro la madre o la famiglia dietro la sparizione di Kata, la bambina di 5 anni di cui si sono perse tracce sabato pomeriggio mentre giocava nel cortile dell’ex hotel Astor di via Maragliano. Lo ammette il generale di brigata Gabriele Vitagliano che questa mattina ha convocato i giornalisti nella sede del comando provinciale dei Carabinieri di Borgognissanti per fare il punto della situazione. “Non escludiamo nessuna pista investigativa. Tutto è possibile – ha spiegato – se è un rapimento può essere motivato da ritorsione, elemento che non necessariamente è riferibile al litigio di cui parlava la madre”. Il riferimento è alle dichiarazioni della mamma Katrina che avrebbe lasciato intendere di aver fatto un nome ai militari. “La donna – ha continuato l’altissimo ufficiale – agitata per la scomparsa della bambina, ha supposto che la sparizione della figlia possa essere collegata a litigi che ci sono stati in hotel, è una delle piste che stiamo seguendo, ma non ci ha dato un nome su cui indagare”.

Ma fino a questo momento novità clamorose non ce ne sono e soprattutto la piccola non si trova malgrado il grande spiegamento di forze messo in atto ancora da sabato scorso. Vitagliano ha ripercorso tutti i tratti della vicenda: la bambina è stata persa di vista dopo le 15.15, la mamma arriva poco dal lavoro. Iniziano prima le ricerche all’interno della comunità, quando disperano di trovarla formalizzano la denuncia di scomparsa. Vigili del fuoco protezione civile e altre forze di polizia stanno cercando Kata. Destituita di fondamento la telefonata ricevuta da un’amica della madre nella quale un uomo, forse con accento latino, diceva di averla lui. “Riteniamo – aggiunge Vitagliano – fosse un mitomane, non ha fornito elementi pratici, non ha detto perché avrebbe fatto il presunto sequestro di persona, né ha fatto parlare la bambina. Lavoriamo per individuare sul territorio il telefono da cui è partita la telefonata”. Le indagini dunque si concentrano sugli occupanti dell’ex albergo di via Maragliano, chiuso durante il Covid e mai più riaperto, divenuto col passare dei mesi una sorta di rifugio per disperati. In particolare su due uomini, un peruviano e un ecuadoregno che non si sarebbero più visti dalla sparizione.

“Ci sono elementi emersi –spiega ancora – ma finora non sembrano collegabili al rapimento. Nell’albergo vive un grande numero di persone in estrema povertà e questo può far emergere situazioni al limite della legalità, ma finora nulla di collegato al rapimento. Riteniamo quasi sicuramente che la bimba non sia più all’interno dell’albergo. L’ipotesi più probabile è quella che sia stata portata via da un adulto. L’ipotesi del rapimento acquisisce maggiore probabilità”. I militari stanno scandagliando, fotogramma per fotogramma, tutte le immagini delle telecamere di videosorveglianza su via Maragliano per trovare eventuali tracce e per non lasciar nulla di intentato. Almeno per il momento non sono arrivati risultati anche se si tratta di un lavoro colossale. Anche i cani, forzati a cercare tracce fuori dalla struttura, però non hanno trovato niente di rilevante.

Intanto il padre della piccola, che si trova rinchiuso a Sollicciano per reati contro il patrimonio, ha tentato per ben due volte di togliersi la vita in preda alla disperazione: una prima volta ingerendo del detersivo, la seconda legandosi al collo un filo elettrico. Per fortuna i due tentativi sono andati a vuoto. “Non riteniamo che sia coinvolto e collabora, ha aggiunto ancora il comandante provinciale.” Infine le segnalazioni: sono state tantissime. I militari in particolare stanno seguendo la pista di una bambina da sola vestita con abiti diversi da quelli con cui è scomparsa Kata, una t-shirt bianca e pantaloni viola, vista salire sulla macchina di un adulto. Ma via via che passano le ore le speranze che la piccola si sia allontanata da sola si affievoliscano sempre di più e i carabinieri ritengono la circostanza ormai un’ipotesi improbabile.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.