L’appello di Pierguidi: “Non facciamo morire il Franchi”

Consegnate le firme per il restyling. Pessina possibilista su interventi più leggeri: “Ma non si può demolire”

Un momento del vertice tenuto alla Soprintendenza

Riqualificare il Franchi si può. A patto però di non stravolgere il monumento di Pierluigi Nervi (leggi abbattimento delle curve), e magari aggiungendo all’impianto una copertura che troverebbe una certa disponibilità da parte della Soprintendenza. Insomma una piccola apertura rispetto a quanto detto e scritto in queste ultime settimane sulla vicenda che sta appassionando e dividendo una città.

Parola del Soprintendente Andrea Pessina che questa mattina, giovedì 7 novembre, ha incontrato in piazza Pitti, nella sede dell’organismo, il presidente del Q2 Michele Pierguidi che gli ha consegnato le firme raccolte a Campo di Marte per il restyling dello stadio, le commissioni cultura, sport e territorio del quartiere, l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re e numerosi esponenti del consiglio di quartiere. Tutti arrivati per ribadire l’assoluta necessità che il Franchi non sia destinato, in caso di trasferimento definitivo della Fiorentina alla Mercafir, a divenire una “cattedrale nel deserto”.

“Non facciamo morire il Franchi” è stato l’appello accorato lanciato da Pierguidi ma continuare a far giocare la Fiorentina nell’impianto, almeno secondo il progetto commissionato da Commisso a Casamonti (tra l’altro ancora l’unico che la Soprintendenza abbia visto) sono scarse proprio per via della demolizione di ampi settori dell’impianto. Cosa sulla quale la Soprintendenza non è assolutamente disposta a passare sopra proprio perché il Franchi è un monumento e “rappresentò un episodio fondamentale nella progettazione che scardinava tutto quanto fatto fino a quel momento”.

Una copertura che mantenga inalterata la struttura è invece possibile perché sulla struttura si potrebbe agire per addizione (coprire i settori dello stadio) ma non per sottrazione: appunto l’abbattimento delle curve. Pessina ha anche rivelato che è stata ultimata la verifica d’interesse dalla quale verrà fuori il provvedimento di tutela della struttura e fra le righe si potrà leggere cosa si può fare e cosa no. “E’ evidente – ha aggiunto – che non si può demolire, bisognerà pensare a interventi più leggeri e rispettosi del monumento. Anche noi ci auguriamo che il Franchi non venga abbandonato e non perda le sue funzioni di stadio”.

Da sinistra l’assessore Del Re e il Soprintendente Pessina

Dal canto suo Del Re ha rassicurato i rappresentanti del Quartiere che il Comune non abbandonerà il Franchi né il Quartiere, ma ha anche sottolineato di “essere di fronte a esigenze diverse”. “Stiamo già studiando con il sindaco – ha proseguito – un piano per la futura destinazione, preferibilmente a vocazione sempre sportiva. Eventuali opere di manutenzione saranno prese in esame successivamente”.

La palla insomma sembrerebbe tornare sui piedi di Commisso il quale però pochi giorni fa ha di nuovo esternato la sua contrarietà, dal punto di vista del “money” (soldi) e del “fast” (veloce), a un’operazione del genere facendo anche capire di non ritenere definitivamente chiusa l’ipotesi Campi Bisenzio se tempi e costi di acquisizione dell’area a sud della Mercafir per la realizzazione del nuovo stadio a Novoli non fossero ritenuti confacenti alle sue aspettative.

Ma Commisso potrebbe anche ripensarci ed è a questo che Pierguidi si attacca in un ultimo disperato invito annunciando che continuerà a lavorare per il restyling e a farsi sentire. “Dobbiamo continuare a crederci – dice ancora -. Senza la Fiorentina non ci sarebbe un’altra società sportiva in grado di sostenere la gestione del Franchi. Non è pensabile una Torre di Maratona senza la veste della Fiorentina. Mi ha fatto molto piacere oggi vedere maggioranza e opposizioni tutte concordi per far rimanere il Franchi stadio di Firenze: bello, attuale e questo mi da molta forza. Altri progetti ci sono: anche quello di Casamonti che Commisso in prima istanza voleva, va preso in considerazione sotto un’altra ottica: va fatto uno sforzo per trovare un progetto che vada bene alla Fiorentina, alla Soprintendenza e al Comune. Noi in questo senso non ci fermeremo”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.