L’ira di Nardella: “Lo Stato dica se vuole fare un vero coprifuoco”

Durissima la reazione del primo cittadino dopo la norma del Dpcm (poi ritirata) che lasciava il potere ai sindaci di chiudere piazze e strade. “Si rischia l’effetto boomerang. Facciamo già tanto, ma non siamo Padreterni”

Il sindaco Dario Nardella

Sul nuovo Dpcm che fissa le regole per il contenimento del Coronavirus illustrato ieri sera dal premier giuseppe Conte si abbatte l’ira del sindaco Dario Nardella che al pari del collega Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, l’associazione che riunisce i comuni italiani, critica duramente la norma che lasciava in prima battuta il potere di chiudere piazze e strade ai sindaci, salvo poi essere modificata nella notte dopo la levata di scudi dei primi cittadini di tuttiaItalia facendo opportunamente sparire la parole “i sindaci dispongono”.

Prima dell’inizio della conferenza stampa sui parcheggi gratuiti per i residenti nelle Zcs dei cinque quartieri cittadini Nardella non si fa certo pregare per dire cosa pensa del Decreto varato dal Governo. Anzi in qualche modo è lui a provocare le domande. E se anche non può sostenerlo apertamente l’idea che gira nella mente nell’inquilino di Palazzo Vecchio è quella che l’esecutivo Centrale abbia voluto in modo pilatesco lavarsene le mani lasciando la patata bollente in mano ai sindaci, i quali sono sempre stati in prima linea nei propri territori fin dai primi momenti dell’emergenza Covid.

Non a caso annuncia domani la richiesta di riunire il Cosp (Comitato per l’ordine e la sicurezza) con Prefetto e forze dell’ordine, allargato anche all’area metropolitana perché come sottolinea e riafferma più volte “i sindaci sono preoccupati”. “Questa norma – dice – ha bisogno di chiarezza. Se il Governo avesse voluto fare un coprifuoco allora lo avrebbe dovuto dire in modo esplicito affidando allo stato il compito di controllare il territorio e applicare un vero e proprio coprifuoco come hanno fatto altri paesi europei. Se invece si vuole prevedere misure specifiche allora è bene ricordare che i sindaci già ora in molte città hanno chiuso piazze e strade. Ma lo hanno fatto con le loro proprie forze”.

Insomma per Nardella non basta prevedere chiusure in modo generico ma bisogna stabilire chi decide quali piazze e quali strade, con quale supporto di informazioni sanitarie ed epidemiologiche, con quali dati del contagio. Ma soprattutto con quale metodo. E cita il caso di Piazza Santo Spirito contingentata con successo ma con un impiego rilevante di uomini: 50 persone tra polizia municipale, carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e steward.

“Immaginate – conclude – cosa significa dover chiudere venti piazze e strade. Chi ci da gli strumenti, chi ci dà gli agenti per controllare. Credo che sia quanto mai opportuno chiarire questa misura altrimenti si tratta di un boomerang perché chi la applicherà non saprà esattamente con quali strumenti e con quali regole: e soprattutto non garantirà i cittadini rispetto al contagio. Dal giorno dell’emergenza noi siamo stati vicini ai cittadini. Quando ci hanno chiesto di distribuire buoni pasto lo abbiamo fatto in una settimana, quando ci hanno chiesto di predisporre la protezione civile ci siamo mossi. Ci diano il supporto delle forze dell’ordine delle questure, delle prefetture e delle autorità sanitarie. Il sindaco può fare tutto ma non è il padreterno”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.