“No alla riforma della prescrizione”

Maria Grazia Internò, responsabile giustizia degli "azzurri"

Forza Italia manifesta davanti al Palazzo di Giustizia: “I processi avranno tempi biblici”

La manifestazione di Forza Italia al Palazzo di Giustizia

“No alla riforma della prescrizione”. L’appello arriva dal capogruppo in Comune e coordinatore cittadino di Forza Italia Jacopo Cellai che assieme alla responsabile del dipartimento giustizia Maria Grazia Internò e ad alcuni avvocati del partito hanno manifestato davanti all’ingresso principale del tribunale di Novoli.

“Siamo qui – spiega Cellai – per esporre tutta la contrarietà di Forza Italia verso questa scelta del Governo e per evidenziare tutti i rischi e le conseguenze di questa riforma annunciata. Sottoporre a processo un soggetto a una distanza di tempo irragionevole da quando ha commesso il reato pregiudica il suo diritto a difendersi attraverso le prove, così come fa venir meno il principio per cui la pena deve puntare alla rieducazione: se interviene dopo un periodo troppo lungo, interviene su una persona diversa, che è cambiata nel tempo. In Italia vige la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva ma l’irragionevole durata del processo tiene comunque l’imputato sospeso a un processo che è già una pena di per se stesso”.

Aggiunge Internò: “La riforma Bonafede, tanto sbandierata dal Movimento 5 Stelle, prevede la sospensione della prescrizione: i grillini dicono «per velocizzare i processi», quando invece l’effetto prodotto è il contrario. Non riuscendo a risolvere le cause che rallentano i processi penali il Governo ha pensato bene di cancellare la “sanzione”, cioè la prescrizione. Se dovesse essere approvata la riforma, i procedimenti avranno tempi biblici. L’imputato, anche se assolto in primo grado, potrà dover sottostare a giudizi di appello e di Cassazione senza limiti temporali di prescrizione. L’abolizione di fatto della prescrizione avrà effetti catastrofici su un sistema caratterizzato da infinite lungaggini come il nostro: venendo meno la prescrizione, viene meno l’unico elemento di “pungolo” e sollecitazione all’operato di cancellieri, PM e magistrati. Il ministro Bonafede vuole curare un male, la lentezza dei processi, con un altro male maggiore, cioè renderli senza tempo; così aggravando il danno che voleva riparare, e creandone una nuovo, a carico dei cittadini, eterni imputati”.

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