“One man Jail”, quando il carcere esce dalla prigione

Sabato 8 e domenica 9 al teatro Cantiere Florida lo spettacolo di Claudio Suzzi che intreccia regole e percezioni utilizzando le nuove risorse digitali per raccontare ossessioni e libertà mentre gli spettatori si trasformeranno in prigionieri

Claudio Suzzi

Intrecciare teatro e tecnologia, per ribaltare regole e percezioni portando il carcere fuori dal carcere. E’ “One Man Jail: le prigioni della mente”, in scena in prima assoluta al Teatro Cantiere Florida sabato 8 e domenica 9 gennaio 2022 (ore 21). Proposto e prodotto da Compagnia Interazioni Elementari, diretta da Claudio Suzzi è  l’unico spettacolo in Italia che utilizza le nuove risorse digitali per un progetto di teatro in carcere. Grazie alla diretta streaming, materializzerà sul palco in tempo reale i giovani attori detenuti dell’Istituto Penale per i Minorenni G. Meucci, per raccontare una storia di ossessioni e libertà, mentre il pubblico si trasformerà per due ore in un gruppo di prigionieri, o forse si accorgerà di esserlo sempre stato, in un caleidoscopio di ribaltamenti e cortocircuiti tra dentro e fuori (www.interazionielementari.com).

La storia è quella di Frank Petroletti – interpretato dall’attore Filippo Frittelli– comico che, all’apice del successo, viene arrestato e incarcerato. All’interno della prigione, di fronte a un pubblico di detenuti ostili e disinteressati, si prepara a esibirsi nella sua ultima performance. Lo show, caustico e strampalato, lo porterà ad affrontare le proprie paure e i pensieri che lo tengono realmente prigioniero. Lo spettacolo si inserisce all’interno del progetto “STREAMING THEATER: un ponte tra carcere e città”, che vuole stabilire un collegamento con la comunità esterna e ottenere una formazione lavorativa, in grado di aprire prospettive future per i giovani detenuti, già a partire dal periodo di permanenza in carcere.

“Lavoriamo perché i ragazzi vengano scritturati come attori – spiega il regista Claudio Suzzi, fondatore di Interazioni Elementari e ideatore di STREAMING THEATER –remunerati come lavoratori dello spettacolo. Per questo sarà fondamentale distribuire lo spettacolo “One Man Jail: le prigioni della mente” in modo da farlo circuitare il più possibile nei teatri della Regione Toscana e del circuito nazionale, obiettivo ora possibile grazie alla nuova modalità di collegamento in diretta live sulla quale si base la produzione. In un processo di incontro tra il carcere e le città, vogliamo coinvolgere un pubblico più ampio puntando, grazie al teatro, ad un maggiore sviluppo della cittadinanza attiva e alla partecipazione delle comunità locali, in modo da creare una maggiore inclusione sociale”.

Un percorso che vorrebbe continuare anche dopo il ritorno in libertà dei suoi protagonisti, ma che al momento non è possibile perché manca uno spazio dedicato a Firenze senza il quale la Compagnia non potrà proseguire a lungo il suo lavoro. Per questo la Compagnia, nata nel 2014 Parigi come gruppo informale e costituitasi poi nel 2017 a Firenze come Associazione di Promozione Sociale,confida nella sensibilità, nell’ascolto e nel sostegno delle autorità locali toscane e fiorentine. “Attraverso l’uso dello streaming – conclude Suzzi – con lo spettacolo “One Man Jail: le prigioni della mente” proviamo a capovolgere tre punti di vista. Il primo riguarda le modalità di fruizione del teatro in carcere. Di solito viene chiesto allo spettatore di entrare nell’istituto penitenziario, con tutte le limitazioni del caso. Con il collegamento live rendiamo la possibilità di incontro tra città e carcere molto più semplice e replicabile. Il secondo è quello che trasforma un’attività educativa, il teatro appunto, in una possibilità di lavoro vera e propria”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.