Sandro Veronesi rivince il Premio Strega con “Il Colibrì”

Sandro Veronesi nel chiostro di Santa Croce in occasione della presentazione fiorentina de "Il Colibrì"

Lo scrittore fiorentino, al suo secondo centro dopo Caos Calmo del 2006, era dato per superfavorito e non ha tradito le attese. Nel romanzo la storia di Marco Carrera, tra coincidenze fatali, perdite atroci e amori assoluti

Sandro Veronesi al centro durante la presentazione de “Il Colibrì” avvenuta lo scorso ottobre nel chiostro di Santa Croce a Firenze

Lo scrittore fiorentino Sandro Veronesi ha vinto con 200 voti il suo secondo Premio Strega con ‘Il colibrì’ (La neve di Teseo) dato subito per superfavorito e sempre in testa durante lo spoglio delle schede avvenuto al Museo Etrusco di Villa Giulia senza il grande pubblico degli anni scorsi cause le restrizioni provocato dalla pandemia di Coronavirus.

Veronesi si era già aggiudicato il prestigioso premio letterario nel 2006 con Caos Calmo, poi diventato un film di Antonello Grimaldi con Nanni Moretti e Isabella Ferrari. Solo a Paolo Volponi era successo di vincere lo Strega per due volte, nel 1965 con La macchina mondiale e nel 1991 con La strada per Roma.

“Sto pensando alla mia famiglia, ai miei figli, a mia moglie, ai miei fratelli – ha detto Veronesi subito dopo la proclamazione -. Sto pensando al mio editore, a Elisabetta Sgarbi, a Umberto Eco che è stato così generoso da fondarla questa casa editrice. Sto pensando agli amici che mi hanno sostenuto, che hanno votato il libro. Sto pensando all’uomo nuovo, che poi è una donna. A tutte le persone nuove che ci sono e a tutte le navi in mare”.

Una ottantina in tutto le persone che hanno partecipato, in una serata bollente che ha visto il ritorno del tavolo della giuria e della mitica lavagna dove si segnano i voti sulla balconata del Ninfeo, come nelle dieci edizioni a partire dal 1953. “Solo l’amare, solo il conoscere conta: non l’aver amato, non l’aver conosciuto – ha aggiunto lo scrittore -. La gente cambia, le persone cambiano. C’è un paesaggio diverso, nativi digitali che adesso leggono, che hanno un atteggiamento diverso e questo uno lo percepisce anche s equa dentro sembra che il tempo si sia fermato. Non mi ricordo nulla della prima volta, lo leggo sui libri che c’e’ stata una vittoria”.

E’ la storia di una vita intera, quella di Marco Carrera, il protagonista del romanzo di Veronesi, colpita un pò più del normale da cose dolorose. Il colibri’ scende in modo potente alla radici di quell’energia che annienta e fa rinascere. Ci racconta andando avanti e indietro nel tempo la perdita e l’amore, il destino e le scelte , la ricerca di se stessi, la psicoanalisi, i sogni, i simboli con tante suggestioni e citazioni letterarie. Al centro ci sono la famiglia, con tutte le sue mitologie.

Dietro Veronesi si sono classificati Gianrico Carofiglio (anche lui molto accreditato per la vittoria finale), Valeria Parrella, Gian Arturo Ferrari, Daniele Mencarelli e Jonathan Bazzi

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.