Scontro Iv-Pd in conferenza capigruppo: “Milani non è un presidente super partes”

L'ambasciatore israeliano Alon Bar al centro fra l'ufficio di presidenza del Consiglio

Felleca chiede una verifica di maggioranza dopo l’annullamento da parte della presidenza dell’invito a intervenire in Consiglio rivolto ad Alon Bar. Lega: “Spettacolo indecoroso della maggioranza”, FdI: “Lesa credibilità dell’ente”. Il Pd: “Nessuna verifica, solo un fraintendimento”

Una reciproca richiesta di verifica di maggioranza. A Palazzo Vecchio la riunione dei capigruppo di oggi, secondo quanto è stato possibile apprendere, si è risolta in una vera e propria burrasca a causa dello scontro andato in atto tra il presidente del Consiglio comunale Luca Milani (Pd) e il vicepresidente Barbara Felleca (Iv). A inasprire ulteriormente i toni è stato l’arrivo a Palazzo Vecchio dell’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar. Il Consiglio comunale, come spiegato da Felleca e dall’altro vicepresidente Emanuele Cocollini (gruppo Centro), “aveva prima invitato Alon Bar a partecipare a una seduta, come da nota ufficiale diramata alle ore 13.52 dalla presidenza”, salvo poi “cambiare la nota, senza avvisare” i due vicepresidenti. “Come Iv siamo imbarazzati dal comportamento di Milani, crediamo che debba essere aperta in modo chiaro una verifica sul ruolo super partes del presidente – ha detto Felleca -. Milani ha poi detto che chiederà una verifica della maggioranza ma non la deve chiedere lui come presidente del Consiglio comunale, eventualmente deve farlo il capogruppo Pd. E noi comunque di Iv faremo le nostre valutazioni. Mi confronterò con Iv, non lasceremo cadere così il tema”. “E’ Iv che ha chiesto una verifica sul ruolo super partes del presidente e questa verifica la faremo”, ha replicato Milani. Alon Bar ha poi incontrato l’ufficio di presidenza del Consiglio.

Ma non è finita qui perché oltre allo scontro Pd-Iv si sono registrati problemi in riferimento ad una missione in Saharawi del consigliere Pd Donata Bianchi: “Non era autorizzata da nessuno, se non dallo stesso presidente Milani – l’attacco del gruppo Centro, di Fdi e Fi -. Bianchi aveva anche un gagliardetto del Consiglio comunale ma non ha alcun titolo per rappresentare il Consiglio. Il fatto che il presidente si arroghi il diritto di fornirle tale incarico è uno strappo grave al funzionamento ed alle prerogative dell’assemblea cittadina e dello stesso ufficio di presidenza. La vicenda poi del ritiro dell’invito all’ambasciatore di Israele a intervenire in Consiglio prefigura un altro vulnus al ruolo super partes del presidente, oltre che ledere l’onorabilità e la credibilità dell’ente. “.

Di “spettacolo indecoroso della maggioranza di centrosinistra a Firenze“, parla la Lega Salvini con il capogruppo e segretario provinciale Federico Bussolin. “Liti e dispetti tra correnti interne al PD – attacca -, oggi la novità dello scontro frontale tra PD e Italia Viva dopo l’ultima riunione dei capigruppo. Firenze dice basta! Invitiamo i cittadini ad aprire gli occhi per capire con quale classe politica hanno a che fare. Una classe politica che amministra la città da decenni con risultati discutibili su molti fronti, dalle infrastrutture alla sicurezza, dalla gestione del fenomeno dei migranti irregolari al disastro della mobilità e, non ultima, la disastrosa gestione delle case popolari. La sinistra ormai si preoccupa solo di gestire il potere e della corsa a Palazzo Vecchio ed è sempre più lontana dai cittadini. Già nelle prossime settimane incontri con le categorie e con i cittadini per scrivere insieme la Firenze del futuro. La città merita fatti e non diatribe in politichese”.

A fine serata la precisazione del capogruppo Pd in Consiglio Nicola Armentano in Consiglio che parla di fraintendimenti e sottolinea anche l’assenza di motivazioni valide per procedere a una eventuale verifica della maggioranza liquidando il tutto come un equivoco di fondo che però non convince fino in fondo. “La verifica della maggioranza – dice Armentano in una nota rilasciata all’agenzia Ansa – non si richiede in conferenza dei capigruppo o all’interno dell’ufficio di presidenza, è una richiesta che nasce in altre sedi e con altre modi. Probabilmente c’è stato un fraintendimento. E in ogni caso come gruppo non ravvediamo circostanze per procedere in tal senso se questo fosse il motivo della verifica. Mi pare che su un equivoco di fondo si stia creando una polemica priva di fondamenti”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.