Sedie e tavolini all’aperto dal 21 marzo al 6 novembre, ma non davanti ai portoni

Passa dopo un dibattito fiume in Consiglio il nuovo piano per l’occupazione del suolo pubblico che sarà diversificato per l’area Unesco e per le altre parti della città. Retromarcia sulla norma del consenso dei condomìni

Consiglio Comunale in videoconferenza

Sedie e tavolini all’aperto dal 21 marzo al 6 novembre ma non potranno essere messi davanti ai portoni d’ingresso delle abitazioni. Finisce così il dibattito fiume in Consiglio (il voto a tarda notte) sul nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico. Un regolamento ancora straordinario, il terzo (per questo le critiche dell’opposizione), che poi dovrà essere convertito in un provvedimento stabile. Alla fine 20 sono i voti favorevoli, 9 gli astenuti e 4 i contrari. “Un nuovo regolamento straordinario con strumenti però ricalibrati rispetto al passato coerente con la fase che stiamo vivendo – ha detto l’assessore allo sviluppo economico Federico Gianassi – per predisporre il quale sono stati attivati  incontri con associazioni di categoria, Quartieri e comitati di residenti del centro storico. Quest’anno, infatti, grazie agli strumenti come vaccini e green pass è possibile per le attività rimanere aperte. Non siamo però fuori dal tunnel ed anzi sono evidenti le difficoltà. Sosteniamo quindi le attività economiche e questo comparto così prezioso prevedendo ancora una volta strumenti eccezionali ma lavorando al contempo per prevenire l’eccessiva concentrazione che si è verificata in alcune zone che ha creato problemi, a tutela dei residenti. Questo regolamento è per noi un ottimo punto di equilibrio tra le esigenze delle categorie economiche e quelle dei residenti”.

Per realizzare questi obiettivi varrà il principio di un modello diversificato: uno per le concessioni di suolo pubblico nell’area Unesco e uno valido invece per il resto della città, dove molte esperienze fatte con i precedenti regolamenti straordinari sono state giudicate positive e hanno ravvivato luoghi e spazi all’aperto.

Queste le caratteristiche principali del piano: potranno presentare domanda solamente gli esercizi di somministrazione, oltre ai chioschi installati in aree verdi e giardini. Nel Centro Storico Patrimonio Mondiale Unesco potrà essere richiesto al massimo uno stallo di sosta mentre fuori dal centro potranno esserne richiesti al massimo due. L’occupazione sarà concessa sullo spazio antistante l’esercizio commerciale, non potrà essere sul lato opposto della carreggiata rispetto all’ingresso dell’esercizio, dovrà garantire il passaggio dei veicoli e dei mezzi di soccorso e lasciare libera una carreggiata di almeno 3,5 metri. L’occupazione dei marciapiedi è consentita nel caso di larghezza dello stesso superiore ai due metri e mezzo con tavolini aderenti al fabbricato e con almeno un metro e mezzo di spazio al passaggio. Non possono essere posti davanti all’ingresso di abitazioni e davanti ad altro esercizio commerciale (a meno che, in questo ultimo caso, non vi sia nulla osta del titolare dell’esercizio). Non sono autorizzabili occupazioni in strade altamente frequentate come via Calzaiuoli, via Roma, via Calimala, via Por Santa Maria, via Vacchereccia, via Borgo San Lorenzo. Nelle aree pedonali potrà essere presentato un progetto unitario da parte di più esercenti per l’occupazione di suolo pubblico che poi verrà valutato dall’amministrazione. Sarà inoltre ammesso l’ombrellone, in tinta unita preferibilmente marrone o in tonalità compatibile con il contesto, purché sia rimovibile la sera e non ostruisca la segnaletica stradale e gli impianti semaforici.

“Pensiamo – ha concluso Gianassi – che il testo risponda bene alle esigenze della città. Introduciamo un inasprimento delle sanzioni e chi viola il nuovo regolamento più volte in queste settimane perderà i benefici che il regolamento concede. Non vi è mai stata l’intenzione di abbandonare le concessioni alla negoziazione tra residenti e commercianti e per questo e per non ingenerare dubbi sulla interpretazione del regolamento ci siamo resi disponibili a riscrivere la norma: non potranno essere occupati gli accessi all’ingresso delle abitazioni e nemmeno il consenso del condominio renderà possibile tale occupazione ribadiamo in sostanza quello che abbiamo sempre detto in modo più chiaro e più netto: non si possono occupare gli ingressi delle abitazioni”.

Spiegazioni che però non hanno convinto le opposizioni, alla luce anche dei 43 emendamenti presentati nei giorni scorsi da destra e sinistra, le quali hanno prima chiesto un rinvio di una settimana e poi hanno accusato la maggioranza di aver scritto un documento fortemente pasticciato. Così gli emendamenti sono stati tutti presentati e naturalmente bocciati a raffica. Fratelli d’Italia comunque esprime “soddisfazione per aver contribuito a correggere un regolamento sbagliato all’origine”, ma sottolineano Alessandro Draghi e Jacopo Cellai “le lacune restano troppe”. Mentre  Ubaldo Bocci, capogruppo di Centro che poi si è astenuto sul provvedimento, sulla questione tavolini davanti ai portoni delle abitazioni non ha potuto non rimarcare che “se nessuno ha capito l’emendamento della maggioranza, se tutta la città ne ha parlato, la domanda da farsi è che forse quel testo era sbagliato”.

Per Federico Bussolin (Lega Salvini) il piano è “un disastro che spinge a votare contrari per due ragioni. Da un lato, ad un regolamento scritto male in capo alle competenze, tra condomini, locali ed amministrazione, assistiamo ad una grottesca accusa dell’Amministrazione in merito alla mala interpretazione degli articoli da parte del resto della città. Dall’altro riteniamo più urgente concentrarci sul pieno utilizzo degli incentivi del Governo in merito all’esenzione di pagamento del suolo pubblico per le categorie economiche interessate, anziché arrancare di anno in anno per regolamentare, modificare e correggere quel che è “eccezionale”, creando disagi indiretti ai residenti, come per la sottrazione dei posti auto per la sosta”. Secondo Nicola Armentano, capogruppo Pd, il piano è “Un punto di equilibrio ottimale tra il sostegno alle attività commerciali e la tutela delle esigenze dei residenti, che tiene di conto della situazione di emergenza ma guarda al futuro per dare regole chiare, certe e precise a questo tipo di esperienza”. Mentre Mimma Dardano (Lista Nardella) rimarca il risultato ottenuto grazie al “decisivo confronto portato avanti dall’amministrazione comunale”. Infine Sinistra Progetto Comune che apprezza come nel disciplinare ci sarà un riconoscimento dell’importanza delle condizioni di lavoro, per contrastare il lavoro a nero e le forme di sfruttamento fuori norma.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.