A Firenze musei civici e teatri il 18 maggio non riapriranno

Il Chiostro del Museo di Santa Maria Novella

La fase 2 della cultura non parte. Sacchi: “Troppo alti i costi di sanificazioni e senza ristoro della tassa di soggiorno  siamo costretti a tener chiusi”

“Non è possibile riaprire i musei civici dal 18 maggio”. E’ laconico l’annuncio dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi che segue di pochissimo il duro grido d’allarme lanciato ieri dal sindaco Dario Nardella sulle difficoltà economiche attraversate dai Comuni in questi primi passi della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus a causa dei fondi promessi dal Governo e non ancora arrivati.

L’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi

“In questi giorni – dice – abbiamo raccolto le stime e le valutazioni dell’area tecnica di Palazzo Vecchio: un mese e mezzo di apertura parziale, solo nel weekend, di appena tre musei, costerebbe mezzo milione di euro. Sono soldi che non abbiamo e senza le rassicurazioni che abbiamo richiesto al Governo nelle ultime 5 settimane sul ristoro anche parziale della tassa di soggiorno non possiamo impegnare questa spesa”. Sacchi spiega di aver fatto di tutto per non arrivare a questa decisione dolorosa e anche fortemente simbolica. Ma aggiunge anche di non aver avuto altra scelta. “Avremmo – continua – visitatori limitatissimi e spese alte per adeguarci alle indicazioni che sappiamo saranno disposte per far fronte al rischio sanitario. Il tutto con un ammanco totale nelle casse del Comune, ad oggi, di 190 milioni di euro”.

Sacchi, che è presidente della Fondazione teatro della Toscana, annuncia anche la mancata riapertura dei teatri della Fondazione. “D’intesa col direttore Marco Giorgetti – conclude – abbiamo deciso di non riaprire: anche in questo caso troppo alti i costi di sanificazioni e dovuti alla riduzione del pubblico, si stimano 40 mila euro aggiuntivi al mese, con un pubblico giustamente prudente e colpito da questa crisi economica. Credo che sia meglio proseguire con gli ammortizzatori sociali e riaprire quando non ci sarà più rischio di ricadute o recrudescenze della pandemia”.

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