Blocchi di cemento, chiodi fiorentini e cordonatura non servono a nulla

Ieri l’ennesimo sfregio per l’abside laterale e il sagrato della Basilica di Santo Spirito. Pizza, bottiglie di vino e un mini-concerto improvvisato. Poi la sera il delirio degli ubriachi dello spritz sotto gli occhi delle forze dell’ordine

Sono durate, riprendendo il titolo di un notissimo e fortunato film, meno di un gatto in tangenziale le barriere che avrebbero dovuto impedire alla malamovida di bivaccare sul sagrato della chiesa di Santo Spirito. E così un gruppetto di non meglio identificati antagonisti non solo ieri pomeriggio ha organizzato una contromanifestazione al grido di “riprendiamoci la piazza” ma è andato anche oltre scavalcando la cordonatura e occupando simbolicamente lo stesso sagrato, sotto gli occhi della polizia che non ha mosso un dito limitandosi a controllare la situazione. I manifestanti hanno portato con loro cartelli, hanno ballato, bevuto vino, mangiato pizza tirata fuori dai contenitori take-away, organizzato un mini concerto in piedi con gli strumenti musicali che si erano portati dietro. 

La situazione poi è peggiorata con l’avvicinarsi della sera quando i giovani hanno lasciato campo libero alle bande alcoliche. Quelle che proponiamo qui accanto sono le immagini dei chiodi e blocchi di cemento rovesciati e danneggiati dalla furia degli ubriachi dello spritz allergici a qualsiasi forma di ordine costituito. Con buona pace dell’amministrazione comunale che continua a ripetere come in un mantra che le piazze sono di tutti e dunque, verrebbe da aggiungere si può fare quello che si vuole compreso pipì sui muri, vomitare negli anfratti e lasciare i resti di una notte superalcolica in mezzo di strada: e di architetti che si spingono a inventare le motivazioni più assurde per giustificare lo scempio di un sagrato e del suo abside laterale violentati oltre che da orde ebbre anche da chiodi, blocchi di cemento e cordoni che come si è ben visto ieri sera a nulla servono.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.