Confcommercio: “La riapertura ce la prendiamo da soli il 1° Maggio”

Fortissimo il messaggio arrivato dalla manifestazione di Firenze contro la politica del Governo su riaperture e ristori. Marinoni: “La misura è colma, serve una data per riaprire in sicurezza”

Pronti a riaprire da soli le proprie attività e in una data simbolo: il 1° Maggio festa del Lavoro. E’ il messaggio fortissimo lanciato da Confcommercio, Fipe e Fiva questa mattina in via Cavour a Firenze davanti alle finestre della Prefettura in concomitanza con l’altra manifestazione che si è svolta a Roma al Circo Massimo e ha riunito commercianti, ambulanti, lavoratori delle discoteche e delle lavanderie industriali, tassisti, operatori della ristorazione e della ricettività, imprenditori del terziario, lavoratori delle palestre. Tutti uniti e tutti insieme nel gridare no alla politica del Governo sulle chiusure anti-Covid e sui ristori. Ma soprattutto per chiedere una data certa di riapertura di tutte le attività del terziario. Senza più blocchi, senza limitazioni, senza più calendari scanditi dai colori. Una ripresa vera con un solo unico impegno: conciliare salute e lavoro, nel pieno rispetto delle normative anti-contagio.  

In via Cavour ci sono oltre mille persone, tutte le categorie che in questi 14 mesi hanno sofferto forse più di tutti il fatto di non poter riaprire: Ncc, lavoratori delle palestre, cuochi, operatori dello sport di cui si è sempre parlato troppo poco e che come gli altri si sono trovati a dover affrontare una crisi assolutamente non prevista.

Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, ha innanzitutto preso le distanze dai tafferugli e dalle violenze accadute ieri nella Capitale: “C’è chi ha dimestichezza con le bottiglie incendiarie e con le bombe molotov  e chi con i piatti, i fornelli, gli scontrini fiscali” ha esordito, ma ha anche ribadito che la pazienza di una intera categoria è ormai giunta al limite. E i motivi sono quelle ben conosciuti ormai da tutti: “Da oltre un anno – ha detto – ci è chiesto un sacrificio enorme che purtroppo si è rivelato inutile perché i nostri negozi sono chiusi e il contagio aumenta, i nostri negozi sono chiusi e i morti aumentano. In Italia c’è il tasso di mortalità da Covid più alto in Europa con gli ospedali pieni e i negozi chiusi. In Svezia, dove i negozi sono aperti, il tasso di mortalità è minore di quello di tutta Europa”.  Secondo Marinoni “si sono chiusi i luoghi sbagliati se è vero che industrie e supermercati continuano a rimanere aperti e a lavorare e i contagi aumentano. E stamattina siamo qui per gridarlo a gran voce per farlo sapere a tutti”.

Marinoni e Lapini ricevuti dal presidente della Regione Eugenio Giani e da Leonardo Marras assessore al commercio

Poi l’affondo finale: “La misura è colma, non ci accontenteremo più di promesse e di parole: adesso serve una data per riaprire in sicurezza, nel rispetto di tutte le forme di prevenzione possibili, con una intensificazione della campagna vaccinale perché va messo in sicurezza il pezzo più grande della nostra società. L’apertura ci seve subito, ci serve domattina ma se noi arriviamo a fine mese e la riapertura non ci sarà noi che abbiamo sempre rispettato le regole credo che assisteremo a un fenomeno che avremmo voluto evitare: che la gente decida, dopo un anno di non lavoro, di festeggiare nel modo più intelligente quest’anno il Primo Maggio cioè lavorando. Vogliamo la data e se non arriva la data ho la sensazione che il primo di maggio ce lo prenderemo da soli per questo io vi ringrazio”. Aggiunge Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana: “Stare qui oggi per molti di noi è una sofferenza ma non abbiamo più scelta. Abbiamo auspicato un cambio di passo del nuovo governo ma non è arrivato. Noi siamo un mondo grandissimo che ha bisogno di lavorare. Finora siamo stati ligi alle regole, rispettosi delle istituzioni e dei ruoli, ma ora la misura è colma”. Una delegazione è stata poi ricevuta dal prefetto Alessandra Guidi e in seguito dal presidente della Regione Eugenio Giani.“

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Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.