Dante ringiovanisce nel dipinto di Andrea del Castagno restaurato dall’Opificio

Dante giovane nel ritratto di Andrea del Castagno appena restaurato dall'Opificio delle Pietre Dure

L’intervento, durato circa sei mesi, ha restituito freschezza al ritratto del Sommo Poeta. Nel settecentenario dalla morte il capolavoro sarà tra i protagonisti della grande mostra di Forlì dedicata all’autore della Divina Commedia. Schmidt: “Un’icona legata alla cultura italiana, la più famosa immagine di Dante”

Un Dante luminoso e animato da una freschezza quasi giovanile, del tutto sconosciuta per i ritratti del Poeta giunti fino a noi. E’ la raffigurazione che ne fa Andrea Del Castagno, pittore del Rinascimento toscano, in un dipinto custodito alle Gallerie degli Uffizi che grazie al sapiente lavoro di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure è tornato alla sua antica bellezza disvelando anche un Dante sereno e pacato, completamente diverso dall’immagine che se ne ha di solito.

ll progressivo deposito di sedimenti sulla superficie pittorica e i successivi interventi e ritocchi infatti avevano dato all’opera un aspetto per così dire da “dipinto a olio”. L’offuscamento dei colori in più aveva avuto l’effetto di accigliare di più l’aspetto dell’autore della Commedia. Così le specialiste dell’Opificio hanno condotto una approfondita ricerca sull’affresco e il risultato è stato di ripristinare l’opera con la leggerezza tipica della pittura murale, riscoprendo un Dante finora inedito. L’Opificio delle Pietre Dure – racconta il soprintendente Marco Ciatti – è reintervenuto sull’immagine di Dante che rappresenta, insieme alle altre figure del ciclo di Villa di Legnaia, un importante restauro storico. Per questo il nostro progetto di ricerca ha riguardato le condizioni attuali dell’opera, adesso risanata, ma ha anche comportato un approfondimento utile per la storia del restauro”.

Già perché il dipinto fa parte di un ciclo di affreschi eseguiti da Andrea del Castagno in una villa suburbana di Legnaia, oggi immediata periferia fiorentina. L’artista tra 1447 e 1449 aveva dipinto nove Uomini e Donne illustri tra cui tre condottieri (Pippo Spano, Farinata degli Uberti e Niccolò Acciaioli), tre donne sapienti (la Regina Ester, la Regina Tomir e la Sibilla Cumana) e infine la triade dei poeti: Dante con Petrarca e Boccaccio.

“Si tratta dell’immagine forse più famosa di Dante – aggiunge il direttore delle Gallerie Eike Schmidt – un’icona che si lega alla cultura e allo spirito italiani. Ancora più significativo è il fatto che il restauro sia stato finanziato Linda Balent, dei Friends of the Uffizi Galleries, il ramo americano degli Amici degli Uffizi. Perché Dante è un poeta universale, e la sua opera è attuale ovunque nel mondo”.

L’intervento, eseguito dalle restauratrici Sara Penoni e Cristiana Todaro, è stato sostenuto dalla Signora Linda Balent dei Friends of the Uffizi Galleries: è durato circa sei mesi ed è avvenuto sotto la supervisione della direttrice del settore pitture murali dell’Opificio Cecilia Frosinini, Il ritratto sarà presto protagonista della grande mostra ‘Dante – La visione dell’arte’, organizzata a Forlì nell’ambito delle celebrazioni per il Settecentenario della morte del padre della Divina Commedia. Non solo: al termine della mostra l’affresco staccato verrà esposto a Castagno d’Andrea nel comune fiorentino di San Godenzo, paese natale dello stesso pittore, e luogo dantesco per eccellenza in quanto fu proprio qui che l’Alighieri, esiliato da Firenze, decise di accettare il provvedimento dei fiorentini contro di lui lasciando così per sempre la Toscana.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.