De Magistris e Nardella: “Noi sindaci, sentinelle del Paese”

In primo piano de Magistris e Nardella alla presentazione de "I lupi in arrivo" nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Alle loro spalle l'assessore alla cultura Tommaso Sacchi

A margine della presentazione de “I Lupi in arrivo”, il sindaco di Napoli e quello di Firenze chiedono al Governo più fiducia e più strumenti. “Adesso dobbiamo scrollarci di dosso la paura e ripartire”

“E’ chiaro che quando c’è una pandemia planetaria si deve proclamare l’emergenza, però attenzione a non utilizzarla  per far passare altre cose. Dobbiamo avere cautela massima sul piano sanitario, ma oggi la vera emergenza è quella sociale-economica: quindi dobbiamo provare a ripartire anche con gli strumenti ordinari e chiedo al governo, visto che siamo in emergenza, di essere più rapido”.

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris

A margine della presentazione a Palazzo Pitti de “I Lupi in arrivo” dell’artista cinese Liu Ruowang, potente riflessione sugli eccessi del progresso nella società contemporanea (https://www.lamartinelladifirenze.it/i-lupi-in-arrivo-vogliono-piu-rispetto-per-natura-e-ambiente/), il sindaco di Napoli Luigi de Magistris torna sullo stato d’emergenza che scade il 31 luglio e, dopo la firma del nuovo Dpcm, dovrà essere prorogato con una delibera del Consiglio dei ministri ratificata dal Parlamento.

Cominciamo invece – prosegue il primo cittadino partenopeo – a immettere liquidità nel Paese, nelle tasche delle persone rimaste senza soldi; diamo un lavoro a chi è rimasto senza, aiutiamo le attività produttive, quelle economiche, i commercianti. Facciamo ripartire il turismo: soprattutto diamo ossigeno ai comuni perché i comuni sono il baluardo del nostro paese. Se questi crollano, crollano i servizi e se crollano i servizi il Paese non si riprenderà mai”.

Al Governo de Magistris chiede profonda e forte ordinarietà, ma anche di lanciare un messaggio meno allarmistico e meno “terroristico”. “Credo – prosegue – che adesso il paese ha bisogno anche di avere fiducia, deve scrollarsi di dosso la paura e ripartire”. Ma come? Per esempio affidando più poteri ai sindaci “sentinelle del Paese perché sanno interpretare al meglio il sentimento popolare capiscono la rabbia, l’esasperazione il sogno, le ansie, i bisogni. Si sono accorte che il Generale è un po’ lento e allora hanno deciso di mettersi insieme perché senza di loro la guerra si perde Noi sindaci siamo uniti pur nelle diversità però vogliamo essere al centro in questo momento perché per il nostro ruolo sappiamo interpretare meglio il paese reale”.

Da sinistra: de Magistris, Eike Schmidt e il sindaco Nardella

Un po’ come i Lupi di Ruowang che oltre alla dura denuncia dell’atteggiamento predatorio dell’uomo sulla natura, impongono anche a chi li guarda una severa considerazione sulla grande incertezza nella quale viviamo oggi anche a causa del Covid. Aggiunge Dario Nardella: “I sindaci hanno una visione molto pragmatica e concreta delle cose che servono. Prevediamo un autunno terribile se non mettiamo in campo ulteriori misure dal punto di vista sociale e lavorativo. Il famoso piano Marshall che tutti evocano fu affidato per la realizzazione ai sindaci che misero in campo tutte le energie per costruire opere nel campo edilizio, del restauro, delle ferrovie, delle opere pubbliche. Bene, si dia nuovamente fiducia ai sindaci: chiamiamoli commissari, chiamiamoli come volete voi, non è una questione di etichetta è una questione di sostanza. Se si danno poteri ai sindaci, i sindaci sono pronti a prendersi la responsabilità di esercitarli e visto che noi più di qualunque altro abbiamo interesse perché nelle nostre città le cose si facciano, non possiamo non possiamo che essere una garanzia per il Presidente Conte affinché i suoi progetti arrivino in fondo”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.