De Ponti: “La pandemia ha fatto riscoprire l’importanza dei giornali”

La presentazione a Palazzo Strozzi Sacrati: a destra Roberto De Ponti, direttore del Corriere Fiorentino

Presentato “Lockdown, un anno dopo”, il libro del Consiglio Regionale che ripercorre dodici mesi di emergenza attraverso le immagini dei fotografi delle principali testate toscane

“Purtroppo siamo stati facili profeti quando in estate abbiamo scritto di non abbassare la guardia. Raccontare e informare significa anche scontarsi con la realtà, prendersi gli insulti via web; ma noi teniamo la barra dritta per cercare di uscire da questo lungo e grande incubo”. Roberto De Ponti, dall’agosto scorso direttore del Corriere Fiorentino, la costola toscana del quotidiano di via Solferino, sintetizza con poche, semplici ed efficaci parole quella che è stata l’esperienza sua e della redazione dopo un anno esatto dall’annuncio del lockdown nazionale a causa del Coronavirus.

L’occasione è la presentazione a Palazzo Strozzo Sacrati del volume “Lockdown, un anno dopo”, curato dal Consiglio Regionale, che raccoglie dodici mesi di emozioni, immagini e racconti affidati ai fotografi che lavorano per le quattro testate più rappresentative della Toscana e ai responsabili delle redazioni: oltre De Ponti, Piero Fachin (La Nazione), Fabio Galati (la Repubblica) e Fabio Tamburini (Il Tirreno). “E’ un racconto fotografico di come è cambiata la nostra vita, dalle piazze vuote alle terapie intensive piene – dice il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo – dalle saracinesche abbassate alla speranza che viene dagli anticorpi monoclonali di Toscana Life Science, fino ai primi vaccini che mettono in sicurezza i più fragili. Un racconto difficile, che parla anche di migliaia di morti ma vuol guardare al futuro con la speranza di una fase nuova, di una vera ripartenza”.

Nel volume immagini simbolo si fondono a quelle di vita quotidiana: dalle mascherine stese in terrazza ai concerti sui balconi, dalle piazze vuote alle code nei supermercati, dal vagare distratto e disorientato delle persone smarrite nel grigio della copertina, alla radiosità dell’estate, ai vaccini che portano speranza.  “Questo libro ricorda quello che abbiamo vissuto e che non ci saremmo mai aspettati di vivere – ha aggiunto il presidente della Regione Eugenio Giani – ma ci insegna anche quanto giornalisti e fotografi siano stati partecipi dell’emergenza, quanto abbiamo esposto se stessi anche al rischio della vita pur di assicurare la corretta informazione. Il virus ci ha insegnato quanto è importante essere tutti uniti di fronte alle situazioni di crisi: istituzioni, stampa, volontariato, sistema sociosanitario, protezione civile. La stessa unità che sarà necessaria quando dall’emergenza sanitaria passeremo a quella sociale ed economica”. Alla presentazione hanno partecipato anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Carlo Bartoli ed il Presidente dell’Associazione stampa Sandro Bennucci che hanno ricordato l’impegno e i rischi affrontati dai giornalisti nella pandemia.

La pandemia – conclude De Ponti – ha reso molto più importante e ha fatto riscoprire l’informazione fatta dai giornali, dai quotidiani, da chi in realtà l’ha sempre fatta e ha riportato in primo piano la verifica delle notizie, la precisione delle informazioni, perché la gente sentiva la necessità di essere informata su una cosa che non aveva mai visto prima e si è trovata spaventata. Forse è stato opportuno che ci fosse qualcuno che raccontasse le cose nel miglior modo possibile”. Le foto contenute di ‘Lockdown, un anno dopo’ sono di New Press Photo per La Nazione; Claudio Giovannini CGE Fotogiornalismo per Repubblica; Massimo Sestini per il Corriere Fiorentino; Franco Silvi, Dario Marzi, Massimo Matelli, Paolo Barlettani per Il Tirreno e del free lance Fabio Muzzi.

Qui accanto il link per scaricare il libro: https://www.toscana-notizie.it/documents/735693/0/libro%20lockdown.pdf/2882a7e7-78ce-182e-6eb7-535d4ccc4497

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.