“Decreto Caivano ed esercito a presidio delle strade per la sicurezza a Firenze”

La lettera dei Comitati dei residenti a Presidente del Consiglio e alle maggiori cariche istituzionali. “Qui non si vive più non è vero che la città è sicura, abbiamo paura. Vi chiediamo di intervenire”

Chiedono misure urgentissime e un “Decreto Caivano” a tutela della sicurezza dei cittadini. E’ la richiesta inviata via Pec proprio nell’ultimo giorno dell’anno a presidente del Consiglio, ministro dell’Interno, presidente della Regione Toscana, prefetto e sindaco di Firenze dai diversi comitati fiorentini, tra cui quello di piazza Leopoldo, di San Jacopino e della zona ex teatro comunale ai quali si sono aggiunti altri realtà sorte spontaneamente nei quartieri come il Comitato Vitabilità a Campo di Marte o il gruppo Stop degrado di Borgo Pinti, che da mesi si battono per avere maggiore sicurezza alla luce anche dei ormai numerosissimi episodi di microcriminalità (spaccate nei negozi, auto con i vetri infranti per rubare le poche cose contenute negli abitacoli, aggressioni con lesioni anche gravi a passanti solo per impossessarsi di poche decine di euro) ai quali sembra impossibile poter mettere un freno.

I rappresentanti dei diversi Comitati di cittadini che hanno inviato una Pec alle più alte cariche dello Stato per chiedere maggiore sicurezza nelle strade fiorentine

Così dopo le 1.200 firme raccolte e inviate al ministro Piantedosi alle quali però non è stato dato seguito alcuno, ecco la nuova protesta stavolta sotto forma di posta certificata. Tra le richieste, l’invio in città dell’Esercito per presidiare le strade, maggiori pattugliamenti della Municipale con capacità di intervenire a tutela dei cittadini, l’apertura di un  CPR come previsto dalla legge Gentiloni. «A Firenze non si vive più – scrivono i comitati -: non è vero che è una città sicura, abbiamo tuttí paura, donne, anziani, bambini, uomini. Firenze è una città piccola, non serve molto: ma vi chiediamo di intervenire con urgenza, prima che la delinquenza sia padrona indiscussa e che questa città del Rinascimento veda perdere i suoi abitanti, sostituiti dai criminali. Nel 2020 le autorità locali hanno sottoposto ai cittadini un questionario sulla sicurezza in città ed è emerso che le maggiori criticità erano nel quartiere 1 (centro storico (ndr) e nel quartiere 5. In tre anni non sono stati presi provvedimenti incisivi dalle autorità locali. Gli steward ingaggiati applicati all’area Unesco non hanno alcun potere di polizia giudiziaria, rappresentano una misura inutile e dispendiosa. Al sindaco chiediamo di impiegare gli agenti della Municipali in operazioni di controllo del territorio e non per multare i tenori che cantano ion strada come avvenuto recentemente».

Da qui la richiesta di «un piano Firenze (sulla falsariga di quanto già fatto con il decreto Caivano) con regole ad hoc per il contrasto alla criminalità di strada. Perché nell’amministrare una città ci sono delle priorità assolute che l’attuale governo locale ignora volutamente». L’elenco delle cose che non vanno bene, anzi che vanno malissimo, è lungo e coinvolge ogni quartiere: «soprattutto nell’area delle Cascine che è diventata «infrequentabile» e ormai finita «nelle mani della cosiddetta mafia nigeriana». Quanto al rione di San Jacopino, la zona «è preda di bande di giovani che danneggiano, bivaccano e fanno uso di sostanze stupefacenti in mezzo alla pubblica strada». C’è spazio anche per piazza Santa Maria Novella, che secondo i comitati è ormai proprietà di «ubriaconi, drogati, spacciatori» che «urinano e defecano davanti alla chiesa, ai negozi e terrorizzano commercianti e albergatori, molestando clienti e perpetrando reati». E poi ancora baby-gang, violenze e aggressioni di ogni specie. Stanchi del silenzio continuo dell’amministrazione fiorentina, adesso i comitati sono rivolti più in alto. Direttamente alle maggiori cariche istituzionali del Paese dalle quali, concludono “attendiamo risposte urgenti”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.