Franchi e stadio nuovo: per Nardella i due progetti corrono in parallelo

Bundu e Palagi (Spc): “Falso dire che non si può riqualificare”. Pierguidi (Q2): “Non può restare abbandonato”. Ma sul futuro del Comunale ancora non si sa nulla

Stadio nuovo di proprietà della Fiorentina e nello stesso tempo una nuova vita per il Franchi. A margine dell’evento dell’Associazione Macellai che a Villa Viviani ieri sera ha conferito il riconoscimento di “Ambasciatore della bistecca fiorentina nel mondo” al sindaco Dario Nardella e al patron Viola Rocco Commisso (rappresentato dal figlio Joseph e dal direttore generale Joe Barone), è stato lo stesso primo cittadino a tornare sul tema che sta appassionando e dividendo la città.

L’iter della realizzazione del nuovo stadio, secondo quanto detto da Nardella, è condizionato all’approvazione di un progetto per l’utilizzo futuro e la valorizzazione del vecchio Comunale. “Mi sono preso questo impegno – ha aggiunto -. Io sono ottimista, mi piace lavorare e chiacchierare poco. Il mio consigliere speciale per gli stadi Michele Uva mi sta accompagnando sul percorso del nuovo stadio e anche di quello da fare per il Franchi”.

Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune)

Fin qui le sue parole, ma al momento su questo piano dettagli non ce ne sono. Lo sottolineano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune che fanno anche notare come alcune delle dichiarazioni di Nardella riflettano in qualche modo l’ordine del giorno presentato dal gruppo di minoranza e bocciato in Consiglio dove si impegnava l’amministrazione a “non considerare alternativi la realizzazione di un nuovo Stadio e la necessaria riqualificazione del Franchi” e a “non seguire in tempi diversi tre progetti che devono necessariamente procedere contemporaneamente garantendo in ogni caso un futuro per il Franchi e per il Centro Alimentare Polivalente di Novoli anche nel caso si decida per la costruzione di un nuovo stadio a Novoli”.

“Secondo noi – spiegano Bundu e Palagi – c’è una evidente contraddizione fra il nostro documento bocciato e quanto detto adesso da Nardella. Ma quello che più preoccupa è che a oggi non c’è nessun progetto della nuova proprietà della Fiorentina, non c’è richiesta di interesse pubblico per l’opera e la scelta di passare da uno stadio pubblico a uno privato viene fatta dalla Giunta senza nessuna richiesta specifica. Nel frattempo sul Franchi si insiste a dire che non c’era nessuna possibilità di riqualificazione, quando si tratta di un’informazione fuorviante e falsa. Non a caso la Soprintendenza ha chiarito le coordinate entro cui si poteva lavorare. La nuova proprietà è stata invece accompagnata in questa situazione. Il Sindaco ha paura di un nuovo conflitto con la squadra sportiva? A pagarne le conseguenze non può essere la città. Chiediamo di discutere di progetti definitivi e soprattutto che non ci sia una politica dei tre tempi”.

Michele Pierguidi, presidente Quartiere 2

Michele Pierguidi, vulcanico presidente del Quartiere 2, ribadisce che la soluzione migliore e più “fast” sarebbe quella del restyling del Franchi “tenendo conto delle prescrizioni della Soprintendenza che si è mostrata molto possibilista sulle ipotesi di riqualificazione e copertura che non prevedano l’abbattimento delle curve”.

Ma aggiunge “abbiamo preso atto della libera scelta imprenditoriale della Fiorentina che al momento pare orientata nel costruire un nuovo impianto. Per questo abbiamo chiesto a gran voce una soluzione per il Comunale: una volta che la Fiorentina non ci sarà più, lo stadio rimarrà dove è con costi di manutenzione che graveranno sul Comune e quindi sui fiorentini. Quello che non possiamo accettare è che possa rimanere abbandonato. Apprezziamo le parole del Sindaco. Se la Fiorentina confermerà la scelta di andarsene da Campo di Marte, occorrerà avere fin da subito un progetto su cosa fare di quello spazio, dell’area sportiva circostante e di come tutelare il tessuto commerciale limitrofo”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.