I medici incontrano i candidati sulle emergenze sanitarie

Il presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze e provincia Pietro Dattolo

Organici ridotti all’osso, nuove assunzioni, rafforzare la sanità territoriale sono solo alcuni temi che verranno affrontati. Dattolo: “Imprescindibile la tutela del servizio sanitario nazionale e regionale”

I medici di Firenze incontrano i candidati al Parlamento per parlare delle emergenze sanitarie. L’appuntamento è per il 21 settembre dalle 20 nella sede dell’Ordine. Il presidente Pietro Dattolo si confronterà con Federico Gianassi (Pd, Sinistra Italiana e Verdi), Angela Sirello (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), Lucia Annibali (Azione e Italia Viva), Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle), Stefano Cecchi (Unione Popolare), Vera Balsimelli (Italexit), Nicola Formisano (Alternativa per l’Italia), Corso Sottili (PCI), Massimo Orlandini (Italia Sovrana e Popolare). “Vogliamo portare all’attenzione della politica le problematiche del nostro mondo, la situazione e le necessità di medici e infermieri ci sembrano poco presenti nei programmi e nelle manifestazioni dei vari candidati, non vorremmo che i politici si stiano dimenticando degli eroi della sanità – avverte Dattolo – Chiunque vinca, qualsiasi governo si formi dopo le elezioni nessuno si deve dimenticare del mondo della sanità:  imprescindibile la tutela del sistema sanitario nazionale e regionale, universale e gratuito per tutti. Non sopporteremo forme più o meno aperte di privatizzazione, quindi l’impegno per tutti i candidati a battersi affinché il sistema sanitario rimanga accessibile a tutti”.

Sul tavolo le principali criticità ed emergenze sanitarie. Organici ridotti all’osso e necessità di assunzioni di medici e infermieri visto che nel giro di pochi anni, nella nostra regione, mancheranno circa 4.000 medici. Va rafforzata la sanità territoriale per limitare gli accessi ai Pronto soccorso, serve, dunque, accelerare il percorso sulle Case della Salute e gli ospedali di comunità. C’è poi il fondamentale ruolo che le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) hanno svolto durante la pandemia, create per bussare a casa dei pazienti malati di Covid per effettuare tamponi e fare le prime diagnosi e cure. Usca trasformate adesso in Uca (unità di continuità assistenziale). Senza dimenticare il problema di fondo della sanità toscana e italiana: la professione medica sta diventando poco allettante per i giovani che intraprendono il percorso universitario. Da un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli e commissionata dalla Federazione degli Ordini dei Medici, quasi 1 giovane medico su 3 si dice pentito della propria scelta lavorativa. Negli ultimi 3 anni, causa turni massacranti e grande stress, 8.000 medici hanno lasciato gli ospedali.

Servono finanziamenti ad hoc per il personale, bisogna investire in assunzioni e formazione, vanno riviste le retribuzioni – conclude Dattolo – che devono essere adeguate alle professionalità e al gravoso impegno che medici e infermieri profondono ogni giorno negli ospedali e pronto soccorso. Dunque, condizioni garanzia per coloro che lavorano in luoghi estremamente affollati e stressanti come, in particolare, i pronto soccorso”.

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