I Pupi di Stac mettono in scena Pinocchio e subito dopo tocca alla satira feroce di Montanini

Doppio appuntamento al Teatro Puccini con il capolavoro di Carlo Collodi e lo show pungente di Giorgio Montanini che affronta le contraddizioni della nostra società

Un’opera senza tempo per grandi e piccini. Domenica 19 febbraio al teatro Puccini vanno in scena Le avventure di Pinocchio  a cura dei Pupi di Stac (ore 16.45, posto unico numerato 8 euro esclusi i diritti di prevendita). Progettata e mai realizzata da Laura Poli, fondatrice della Compagnia assieme a Carlo Staccioli, questa versione integrale del capolavoro di Carlo Collodi è stata messa in scena una prima volta nel 1999. L’impianto scenico, di grande impatto, prevede l’uso di due baracche di burattini, una struttura-schermo per le ombre e di scenografie su palco. Fedeli al testo originale se ne è mantenuta la composizione narrativa ad episodi rappresentandoli alternando le tecniche espressive. Fanno da collante nel primo atto la patetica figura di Geppetto (in carne ed ossa) e nel secondo un Pinocchio sempre più impelagato nelle onde del Mare.  Il finale, in cui si è voluta mantenere seppure alleggerita la lezione morale del Collodi, riserva una piccola sorpresa!

La riduzione del grande capolavoro, una lunga favola ad episodi con innumerevoli personaggi ed un protagonista sempre presente, ha comportato un notevole lavoro di adattamento teatrale ed un gran numero di scelte stilistiche, tecniche ed espressive. Per quanto riguarda i contenuti, invece, si è rimasti il più possibile legati allo spirito dell’Opera realizzando oltretutto una versione quasi integrale. L’uso di varie tecniche del teatro di figura dà ritmo e vivacità alla narrazione e consente l’avvicendarsi di luoghi e situazioni diverse. I pupazzi e i burattini sono pensati in linea con lo stile dei Pupi di Stac (figura intera e animazione su palcoscenico) e ripropongono comunque un’iconografia classica dei personaggi più famosi. Le ombre e le sagome, con sottofondo quasi” radiofonico”, risolvono le scene più suggestive (la fuga in paese, l’impiccagione, il pescecane) con un tocco di emozione. Regia e musiche sono di Enrico Spinelli, i burattini di Roberta Socci, i costumi di Giulio Casati, le scenografie di Massimo Mattioli

Lunedì 21 Febbraio (ore 21, biglietti 18 euro) la satira affronta le contraddizioni di una società, le affronta a viso aperto e con gioiosissima ferocia. “Lo spettacolo nuovo” è il titolo del lavoro di Giorgio Montanini, un monologo che va in direzione ostinata e contraria, totalmente antagonista al clima politicamente corretto e ipocrita che ci sta ammorbando e soffocando. Una società che cura la forma ma dimentica colpevolmente la sostanza. Un mondo pieno di diritti ma sempre più ingiusto e diseguale. Un folle equilibrio tra la morbosità della tutela di qualsiasi idea o diversità e la bava alla bocca nel cercare di fomentare una guerra.

Fallito il tentativo di imporre il potere attraverso la prevaricazione e la destra autoritaria, oggi siamo attaccati dalle socialdemocrazie…dagli amici. Sostegno all’Ucraina e non alla pace, identità di genere, leggi contro la molestia, ong, pubblicità benefiche e organizzazioni umanitarie…sono davvero la scelta giusta? Rappresentano davvero la parte buona che riesce ad esprimere l’essere umano? Questo monologo pone il dubbio sul fatto che tutto questo altro non serva a spersonalizzare l’essere umano, estirparlo dalla sua essenza, privarlo dell’identità. Trasformare l’uomo in un consumatore arido e senza nessun altro interesse. Un uomo perfetto per il capitalismo.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.