Il dolce volto di Fiamma ricorda l’orrore del nazismo e della Shoah

Il pittore Rudolf Levy foto ©Leo Baeck Institute

In concomitanza con la Giornata della Memoria le Gallerie degli Uffizi acquistano il dipinto del grande pittore ebreo tedesco del Novecento Rudolf Levy che trascorse a Firenze gli ultimi anni della sua vita prima di essere deportato ad Auschwitz dove trovò la morte

Fiamma, il ritratto di una giovane donna realizzato da Rudolf Levy fa adesso parte delle collezioni degli Uffizi

Una nuova importante acquisizione per le Gallerie degli Uffizi che assume anche un forte significato di ricordo in concomitanza con la Giornata della Memoria.Fiamma”, il ritratto di giovane donna realizzato a Firenze dal grande pittore ebreo tedesco del Novecento Rudolf Levy appena un anno prima di essere deportato ad Auschwitz, è stato acquistato dalle Gallerie e da domani sarà esposto a Palazzo Pitti all’ingresso della Galleria Palatina, nel Corridoio delle Statue. Il celebre dipinto – esposto a Tel Aviv nel 1968, e a Milano e Berlino nel 1995 – fu scelto come immagine per la copertina del libro di Michele Sarfatti ‘Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione’ (Piccola Biblioteca Einaudi, 2000) e adesso è parte integrante delle collezioni degli Uffizi. Rudolf Levy – spiega il direttore Eike Schmidt – era uno dei più importanti artisti ebrei in esilio a Firenze durante la seconda Guerra Mondiale. Le sue opere, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’”arte degenerata” dai nazisti. “Fiamma” è il primo suo dipinto a entrare nelle collezioni degli Uffizi, e farà parte della mostra sull’artista in programma per il 2023, la prima monografica a lui dedicata, che le Gallerie stanno preparando da tempo insieme al Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato”.

Rudolf Levy, autoritratto

Levy, nato a Stettino in  Polonia nel 1875, trascorse nel a Firenze gli ultimi anni della sua vita: arrivato in città nel dicembre 1940, vi rimase e lavorò fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato ad Auschwitz dove morì l’anno successivo. Se Firenze fu l’ultimo luogo dove Levy visse da uomo libero, il suo esilio era iniziato anni prima, nel 1933, a Rapallo, per proseguire, nel 1934-36 a Maiorca e, dopo un fallito tentativo di raggiungere New York, in Dalmazia, a Ischia e a Roma. Il ritratto “Fiamma” fa parte della sua ultima fase: dal 1938 Levy dipinge prevalentemente nature morte, paesaggi e ritratti. A Firenze, dove soggiornò in Piazza Santo Spirito, nella Pensione Bandini in Palazzo Guadagni, l’artista dipinse alcune delle sue opere più significative.

 La Shoah è il tema della diretta Facebook “Uffizi On Air”di oggi 24 gennaio. Claudio Di Benedetto e Alessia Cecconi, ricorderanno Cesare Fasola (1886-1963), per oltre vent’anni direttore della Biblioteca dell’allora Soprintendenza alle Belle Arti, ma soprattutto protettore del patrimonio storico-artistico dei musei fiorentini e di famiglie ebree, durante la seconda guerra mondiale. Fasola, che fu anche esponente del Comitato Nazionale di Liberazione, si adoperò per la difesa delle collezioni, mentre si avvicendavano gli eserciti tra ritirata tedesca e avanzata degli Alleati: fu lui infatti a impedire, in molti casi, il trasferimento di libri e documenti al nord. Cercò inoltre di contrastare le razzìe dei beni degli ebrei, difendendoli dalle bande repubblichine capeggiate dallo spietato maggiore Carità. Nel 1945 Fasola tradusse questa esperienza nel volume ‘Le gallerie di Firenze e la guerra: storia e cronaca’, con l’elenco delle opere d’arte salvate. Terminato il conflitto, l’eroico bibliotecario fu anche attivo assessore e consigliere del Comune di Fiesole.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.