Il Maggio più caro arriva in Consiglio

Question time di Felleca (Pd) e Palagi (Spc): “Garantire l’accessibilità alla cultura e agli spettacoli a un pubblico più vasto possibile”

Pereira al centro tra il sindaco Nardella e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi

La svolta di Alexander Pereira per l’edizione numero 83 del Maggio Musicale, l’aumento cioè tra il 25 e il 50% dei prezzi per assistere alle rappresentazioni a secondo dei posti scelti, arriva direttamente nel consiglio comunale di lunedì 25 novembre attraverso due question time chiesti dai consiglieri Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) e Barbara Felleca (Pd).

Il neosovraintendente, nella conferenza stampa di presentazione, aveva annunciato cattive notizie sostenendo che non poteva scritturare cantanti come Krassimira Stoyanova e Placido Domingo senza dover per forza ritoccare i prezzi. “Devo rischiare – aveva aggiunto – che il pubblico diminuisca, ma avere più incassi e prometto che ci riuscirò”.

Barbara Felleca (Pd)

E di novità su questo fronte ce ne sono state parecchie. Innanzitutto assistere alla prima o una recita successiva costerà lo stesso: in precedenza la differenza era cospicua proprio a causa della forte corsa alla rappresentazione di debutto che per assurdo, in questo modo, potrebbe addirittura aumentare. E poi appunto il capitolo prezzi: per un’opera di punta (Otello, Ballo in Maschera, Traviata) si pagheranno 200 euro in platea 1 contro i 150 dell’anno scorso, 160 euro in platea 2 (120 nel 2019), 120 euro in platea 3 (contro 100), 90 euro in platea 4 (erano 80), 60 euro in galleria (erano 50), 50 euro nei palchi (contro 40). Senza considerare i posti a visibilità limitata e quelli di solo ascolto che subiscono un ritocco addirittura del 50% passando da 10 a 15 euro e da 5 a 10 euro.

Dmitrij Palagi con Antonella Bundu (Spc)

Qualcosa meno per gli altri titoli in cartellone, ma la strada è segnata come del resto Pereira aveva chiarito durante l’incontro con i giornalisti affermando di rivolgersi principalmente a un pubblico turistico internazionale disposto a sborsare cifre del genere pur di assicurarsi un biglietto. “Dobbiamo trovare un equilibrio – aveva sottolineato – e dobbiamo anche essere fieri di quello che facciamo. Il mio compito non è fare tutte serate da tutto esaurito; io devo avere più incassi. E prometto che gli incassi non saranno di meno. Forse verrà qualche spettatore in meno, ma l’incasso sarà superiore”. Linea condivisa dal sindaco Nardella il quale aveva ricordato che “a Firenze il costo del biglietto è al di sotto della media italiana dei grandi teatri”.

La politica cittadina – spiega Barbara Felleca – ha sempre privilegiato la fruibilità della cultura e del teatro al più vasto pubblico possibile. Voglio sapere come il Comune intende contemperare questa esigenza con quella di una programmazione che consenta al Maggio di competere con i più importanti Festival europei”. Aggiunge Palagi: “Si giustifica un aumento significativo dei costi e, con un sottinteso disprezzo di classe, si liquida la potenziale diminuzione di pubblico confidando nei turisti abbienti per i quali spendere 200 euro non è un problema. La sequela di passi falsi del sindaco sul Maggio, in questo suo secondo mandato, pare non fermarsi. Pereira può forse permettersi di dire che se non funzionerà la sua strategia “andrà a casa”, ma qui si sta parlando del futuro di un ente importante per il nostro territorio e di persone che ci lavorano. Meritano più di ambizioni, fuori… scala”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.