La cancellata sul sagrato di Santo Spirito arriva in Consiglio

Dopo la clamorosa iniziativa di padre Giuseppe Pagano di rimuovere le fioriere  messe per limitare i bivacchi, opposizione all’attacco con Alessandro Draghi: “Vogliamo sapere se il sindaco è d’accordo”

La Basilica di Santo Spirito

“Tre anni fa il sindaco Nardella ipotizzò e fece utilizzare gli idranti contro coloro che bivaccavano sui sagrati delle chiese nel centro storico. Adesso vogliamo sapere se è favorevole alla costruzione di cancellate per proteggere la Basilica”. Il degrado a Santo Spirito, culminato con la decisione clamorosa di padre Giuseppe Pagano priore degli Agostiani di rimuovere le fioriere per protesta dopo gli ultimi episodi accaduti sul sagrato della chiesa quattrocentesca realizzata dal Brunelleschi, arriva direttamente nel consiglio comunale di lunedì prossimo attraverso una domanda di attualità del consigliere Alessandro Draghi (FdI).

“Da tempo – spiega l’esponente di minoranza – la questione delle cancellate a protezione del sagrato di Santo Spirito è dibattuta sia a livello politico che culturale. Inoltre non da oggi il priore ha intenzione di progettare la costruzione di una barriera, fissa o mobile, che possa proteggere lo spazio dall’invasione da parte della Movida molesta, dall’abbandono di rifiuti e da comportamenti non consoni ad un sagrato di una chiesa. Il soprintendente Pessina poi si è dichiarato disponibile per valutare un possibile progetto. Ecco, noi vogliamo sapere in questa situazione, se il Comune e il sindaco Nardella sono favorevoli a questo tipo di soluzione per proteggere le gradinate del luogo sacro”.

Padre Giuseppe Pagano

Qualche giorno fa padre Giuseppe Pagano aveva affrontato personalmente i bivaccatori invitandoli ad allontanarsi e per questo aveva ricevuto una sonora dose di insulti. Da qui l’iniziativa clamorosa di rimuovere le fioriere, rivolgendosi nel contempo alle istituzioni per avere una risposta che però fino a questo momento non è mai arrivata: né dalla questura e neppure dalla Prefettura, ma soprattutto neanche da Palazzo Vecchio che ha scelto in questa particolare circostanza un silenzio ostinato e continuo.

L’idea della cancellata, che servirebbe anche a proteggere le porte laterali su via del Presto di San Martino imbrattate con scritte incomprensibili da pennarelli indelebili (come documenta la foto che pubblichiamo qui sotto) non è che vada molto a genio a padre Giuseppe. Ma qualcosa si deve pur fare per impedire questa sorta di degrado continuo e inarrestabile, un po’ come accaduto per la chiesa di Sant’Agostino a Roma che custodisce al suo interno opere del Caravaggio.

Una delle porte imbrattate su via Del Presto di S. Martino

“Certo – ha detto in religioso un un’intervista al settimanale della diocesi Toscana Oggi – avremo bisogno dei dovuti permessi, però c’è da dire che la nostra richiesta parte da una situazione problematica oggettiva e un eventuale no andrebbe motivato con una soluzione alternativa efficace e non di facciata o di solita attesa. La cancellata non vuole offrire un messaggio di chiusura, perché ovviamente si potrà continuare ad accedere nella nostra Basilica regolarmente, ma è una scelta di salvaguardia di ciò che è sacro per chi è credente, per tutti è il rispetto di un monumento che non può subire le scelte ideologiche di chi vuole fare degli spazi che sono un bene comune, un luogo da sfregiare solo per il gusto di pensare e dire: Io posso fare quello che voglio. Sappiamo che il cammino non sarà facile.  Ci vorrà pazienza, capacità di dialogo con le autorità e con tutti coloro che hanno interesse perché Santo Spirito possa essere un luogo di incontro, dove il rispetto per ciò che è comune possa far incontrare le persone per un sano svago, momenti di cultura e riflessione”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.