La preghiera jazz di Gavino Murgia al sax e le luci sul Sacello del Santo Sepolcro

Il Tempietto di Leon Battista Alberti

Venerdì Santo suggestivo tra la cappella Rucellai in Santa Maria Novella e il Tempietto di Leon Battista Alberti al Museo Marini che sarà eccezionalmente illuminato dalle fiammelle di 30 candele

Si riaccendono dopo 500 anni le luci sul Tempietto di Leon Battista Alberti. Sarà questo il suggestivo evento che, venerdì 15 aprile alle 19.00, illuminerà il capolavoro dell’architettura rinascimentale custodito all’interno del Museo Marino Marini di Firenze.

L’iniziativa vuole onorare, dopo più di 500, anni l’antica tradizione secondo cui, per evocare il miracolo del Sacro Fuoco di Gerusalemme, ogni anno di Venerdì Santo venivano poste sul Sacello 30 candele a rischiarare i fedeli. Soffermandosi nello spazio, tuttora consacrato, durante il periodo pasquale – dichiara una bolla papale datata 1471 – era infatti possibile ottenere l’indulgenza plenaria. Per l’occasione il sassofonista Gavino Murgia si esibirà in una “preghiera jazz” negli spazi della Cappella Rucellai, con una selezione di brani legati dal fil rouge di una spiritualità universale che spazieranno da pezzi autografi alla musica sacra, per arrivare a John Coltrane (info e prenotazioni: www.museomarinomarini.it, ingresso 6€).

Gavino Murgia

“Sono stato ospite del Museo l’anno passato – racconta Murgia, una carriera che lo ha portato a collaborare con artisti del tenore di Bobby McFerrin, Paolo Fresu e Gianna Nannini – e nell’occasione ho eseguito alcuni brani all’interno della Cappella. È stato un momento di intensità particolare, la sensazione di suonare al cospetto di un capolavoro che ha attraversato i secoli, creato e ammirato dai più grandi artisti della storia, mi ha riempito di emozione. È nata così, insieme alla presidente del museo Patrizia Asproni, l’idea di ricreare quel tipo di atmosfera durante l’accensione delle candele del Venerdì Santo, riflettendo inoltre sulla capacità della musica di creare un sentire e un tessuto comune, diversamente dalla parola. Per l’occasione abbiamo scelto musiche che evocassero una spiritualità ampia, dal “Love Supreme” di Coltrane a brani di mia composizione che connettono anima, natura e universo”.

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