La Sicilia di Camilleri secondo Pietro Montandon in “Maruzza Musumeci”

Favola leggera e un po’ inquietante quella che va in scena domani nel cortile di Villa Vogel nel quadro della rassegna Avamposti teatro Festival

Una “favola”, leggera, ironica e un po’ inquietante quella raccontata da Andrea Camilleri nel romanzo “Maruzza Musumeci”, che Pietro Montandon porta in scena domani, domenica 11 settembre al Cortile di Villa Vogel di Firenze nell’ambito di Avamposti Teatro Festival, con la regia di Daniela Ardini in prima regionale. Il mito è una fonte inesauribile di possibilità di interpretazioni del presente, delle relazioni tra le cose, i pensieri e il mondo. Nello spettacolo tornano i motivi classici della sirena – del suo canto che uccide – e di una vendetta covata per millenni contro un Ulisse dedicato ai campi.

Pietro Montandon in “Maruzza Musumeci” dal romanzo di Andrea Camilleri

Il protagonista, Gnazio Manisco, (una sorta di anti-Ulisse) ritorna dall’America senza mai guardare il mare, per dedicarsi a coltivare la terra. Acquista un campo che è come un’isola sull’acqua e decide di sposarsi. La donna di cui si innamora perdutamente è bellissima e canta canzoni meravigliose che solo lui comprende. Da qui una serie di eventi sorprendenti che coinvolge personaggi radicati nella cultura siciliana, dalle più diverse caratteristiche, creati dalla maestria divertita di Andrea Camilleri.
Il lavoro per l’adattamento del testo ha rispettato la parola di Camilleri, lasciando la fascinazione del racconto, di una lingua misteriosa (terragna e materica, velata e scura) che dà forma alle cose e suscita nella memoria di chi l’ascolta una serie infinita di echi e di rimandi.

Attraverso il susseguirsi degli eventi, il pubblico viene preso idealmente per mano e condotto in un viaggio attraverso una mitologia rude, selvaggia, sensuale, popolata da Aulissi Dimare, Sirene Catananne, cani feroci ma anche attraverso la poesia, l’ironia e la levità della storia d’amore di Gnazio e Maruzza. Fino al messaggio finale dell’immortalità del canto delle sirene, racchiuso in una conchiglia che dona l’ultimo conforto a un soldato morente. Pietro Montandon, attore di grande esperienza e capacità mimetica – interpreta tutti i ruoli! – avendo collaborato sia con primarie compagnie di prosa, sia, per otto anni, con la compagnia internazionale Mummenschanz.

Inizio ore 21,15, si accede da via delle Torri, 23. Biglietti da 5 a 15 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, residenti nei Quartieri 4 e 1 e iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 – teatro.donne@libero.it), prevendite online anche su www.ticketone.it.

Le foto dell’articolo sono di Filippo Maiani

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