La solidarietà del Nopc aggira anche il blocco russo

Per salvare la vita di un ammalato di leucemia serviva un trapianto e l’unico donatore al mondo era un russo. Ma non è possibile avere un visto d’ingresso in Russia a causa della guerra. Così è stata organizzata una staffetta a Istanbul e il prezioso midollo osseo ha potuto essere donato

E’ toscana la regia del trasporto che ha salvato la vita ad un ammalato ricoverato nel sud Italia bypassando l’embargo russo. Per salvare la vita di un ammalato affetto da una forma grave di leucemia era necessario un trapianto e l’unico donatore al mondo era stato individuato in una remota località della Russia a quasi cinque ore di volo da Mosca.

Poter prendere in carico il midollo osseo del donatore è apparso subito molto difficoltoso. Non è possibile in alcun caso avere un visto d’ingresso in Russia neanche per motivi sanitari salvavita né tantomeno è possibile per i cittadini russi venire in Italia. Dopo un confronto con l’IBMDR (l’organismo istituzionale italiano che ha trovato il donatore e che sovrintende a questo tipo di trasporti) e il Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti che avrebbe effettuato il trasporto è giunta la soluzione: “uno scambio” fra il corriere russo e quello italiano in un luogo in cui fosse possibile recarsi per entrambi. Per poter rendere attuabile quest’unica possibilità è stata individuata la Turchia e così si è messa in moto una complessa macchina organizzativa per realizzare l’incontro dei due corrieri a Istanbul.

Dopo un inteso lavoro preliminare per avere i nulla osta di tutte le autorità competenti e degli ospedali di origine e di destino è scattata la complessa missione salvavita. Con grande apprensione e una serie di piccole incomprensioni brillantemente risolte è arrivata la notte dell’incontro nell’aeroporto internazionale della città turca. Il corriere russo è atterrato intorno alle due e mezzo di notte e alle quattro di mattina il collega italiano aveva già ricevuto il prezioso carico ed è potuto decollare per l’Italia dove nel primo pomeriggio il “dono” era nelle mani dei medici che avrebbero immediatamente provveduto al trapianto.

“In un momento  di grandi tensioni internazionali, con la guerra russo-ucraina in corso, il dono della vita vince ancora una volta” afferma Nicoletta Sacchi, direttore IBMDR. “Un donatore russo ha donato le sue cellule staminali emopoietiche a favore di un paziente italiano in attesa di trapianto di midollo osseo. Per IBMDR  – il registro italiano donatori di midollo osseo che coordina in Italia la ricerca del gemello genetico  in qualsiasi parte del mondo esso sia – la sfida questa volta è stata quella di riuscire a fare arrivare le preziose cellule una volòta donate. Forti dell’esperienza fatta in epoca di pandemia anche questa volta è stata trovata una soluzione “a staffetta” ovvero utilizzando un corriere russo dalla Russia alla Turchia e uno dei corrieri del Nucleo Operativo dalla Turchia fino all’ospedale del paziente. Ancora una volta i corrieri del Nopc hanno portato a termine con successo una delle tante missioni  che  IBMDR affida loro: ma soprattutto il dono del midollo, anonimo, gratuito e volontario, fra perfetti sconosciuti, ha superato anche i confini creati da una guerra in corso”.

Massimo Giraudo è stato il corriere individuato come il più adatto per questa missione e ha scoperto che il collega russo Aleksandr era un medico che normalmente non si occupa di questo tipo di trasporti e che ha raccontato che nel suo paese al di fuori di chi si occupa di operazioni militari, non c’è una netta percezione di quanto stia accadendo. Ma l’aspetto più emozionante di tutta l’operazione è stato che nonostante la Russia stia aggredendo un paese sovrano esiste il bello dell’umanità e qualcuno disposto a donare una parte di se stesso per permettere a un occidentale che non conoscerà mai di sopravvivere.Un bel gesto d’amore – ha aggiunto Massimo Pieraccini fondatore del Nucleo Operativo di Protezione Civile che ha curato l’organizzazione e l’esecuzione di questo trasporto –  che speriamo faccia da apripista alla pace e che conferma che la vita vince sempre sul male:

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