“L’emendamento serve solo a distruggere il Franchi”

Italia Nostra all’attacco dopo l’approvazione trasversale in commissione a Roma del provvedimento sugli stadi vincolati da ristrutturare all’interno del Decreto Semplificazioni

“Ma quale restyling, il provvedimento passato in commissione serve solo per distruggere il Franchi e costruire un impianto nuovo”. Ha un diavolo per capello Mario Bencivenni e con lui tutta la sezione fiorentina di Italia Nostra. Con un voto trasversale che ha unito Pd, Italia Viva, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia l’emendamento al decreto Semplificazioni sugli stadi vincolati da ristrutturare è stato approvato e adesso dovrà essere confermato prima al Senato, già domani, e poi alla Camera il 15 settembre.

Mario Bencivenni

In sostanza il testo ridimensiona il potere delle Soprintendenze sui vincoli degli stadi monumentali, come è quello di Firenze, perché sarà Roma a decidere cosa salvare e cosa no, ribaltando la priorità che adesso è l’uso e non più la tutela. Un presupposto gravissimo secondo l’organizzazione di tutela dei beni storici, artistici e naturali italiani, che rischierebbe addirittura di compromettere l’intero patrimonio monumentale del Nostro Paese.

“Mi domando ancora – attacca inviperito – come si sia potuti arrivare fino a questo. Il problema di fondo è che l’emendamento Pd, poi votato anche dal centrodestra, sia di Matteo Renzi che sembra aver ingaggiato una vera e propria battaglia contro la Soprintendenza. Dunque la nuova strategia è quella di distruggere un monumento e fare guerra a chi invece lo difende”.

Bencivenni si riferisce alle scale elicoidali del Franchi che non possono semplicemente essere staccate e messe altrove perché parte portante dell’impianto, come bizzarramente si era ipotizzato qualche tempo fa (resta poi da capire quale potrebbe essere il loro eventuale utilizzo, ma qui siamo più che alla fantasia). Stesso discorso per le curve che, d’accordo sindaco Nardella e presidente Commisso, l’architetto Casamonti avrebbe voluto demolire di brutto nell’unico progetto, ma forse sarebbe più giusto definirlo schizzo, presentato alla Soprintendenza come ipotesi di restyling che giustamente ha risposto picche.

“Questa – prosegue –è una delle più grandi vergogne che siano state perpetrate. Il provvedimento a mio parere e anche incostituzionale e mi riferisco all’articolo 9 in cui si dice che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. La possibilità di fare un restyling concreto del Franchi c’è e noi come Italia Nostra avevamo proposto al sindaco Nardella un concorso internazionale di idee con la partecipazione degli studi di architettura più importanti e la costituzione di una commessione di esperti che avrebbe valutato i progetti arrivati. Ma alla nostra lettera non è stata mai data risposta”.

Insomma adeguare la struttura per renderla più adatta alle nuove caratteristiche che adesso vengono richieste dal calcio (copertura, vedere la partita bene da tutti i settori, seggiolini più comodi ecc.) secondo Bencivenni non sarebbe poi così impossibile. “Il Comune – conclude – ha la colpa del degrado dello stadio. Verrebbe da chiedersi come mai adesso Nardella canti così tanta vittoria, dopo che fino allo scorso gennaio andava dicendo che l’unica opzione fattibile era quella alla Mercafir. E prima di lui Renzi ai tempi della presidenza Della Valle. Questi signori da dieci anni dicono di voler abbandonare il Franchi e poi ci tornano sempre sopra. Credo che il motivo sia solo uno: la distruzione dello stadio e in seguito di tutto un quartiere, quello di Campo di Marte. E’ questo il grande equivoco che forse non è stato ancora ben colto”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.