Nardella sì, Milani no. Il Pd si divide anche su Israele

Ci sarà il sindaco domenica in piazza Duomo per la manifestazione a sostegno dopo il brutale e sanguinario attacco di Hamas, ma non il presidente del Consiglio Comunale. E Iv ne chiede le dimissioni

Dario Nardella

Nardella sì, Milani no. La manifestazione a sostegno di Israele dopo il brutale e sanguinario attacco terroristico di Hamas organizzata dal Console onorario di Toscana Lombardia ed Emilia Romagna Marco Carrai provoca l’ennesima frattura all’interno Pd dove le correnti sembrano in questo momento farla più padrone che mai. Niente unanimità dunque nella parte più consistente della maggioranza che guida Palazzo Vecchio, anzi se possibile l’ennesima divisione scava un ulteriore solco tra l’area nardelliana e quella schleiniana risultata vincente all’ultimo congresso e che adesso pretende di dettare legge in pratica su qualsiasi argomento: dal taglio degli alberi, all’ambiente, alla sostenibilità e adesso anche sulla vicinanza e sulla solidarietà in quello che è già stato definito l’11 settembre di Israele.

Nardella ha annunciato la sua partecipazione senza dubbi “con una posizione molto chiara, di condanna al terrorismo di Hamas, per un impegno per la pace perché noi non possiamo lasciare spazio agli estremismi di tutte le parti”. Milani invece ha detto che non ci sarà perché “trovo sbagliate le manifestazioni pro Palestina e pro Israele, non servono alla causa della pace”. Ma il presidente del Consiglio comunale è andato anche oltre, pur condannando l’azione terroristica, affermando che “Firenze  ha perso un’occasione per fare una sola grande manifestazione contro Hamas, contro la violenza, contro la barbarie e la furia omicida, per la pace la fratellanza e per il diritto di esistere di Israele e della Palestina in una terra che ha visto versato già troppo sangue”.

Il presidente del Consiglio comunale Luca Milani

E le sue parole hanno scatenato una serie di reazioni fra cui quella di Francesco Grazzini, coordinatore fiorentino di Italia Viva, che chiede le dimissioni di Milani: “Parole gravissime – dice Grazzini – neanche davanti ai cadaveri dei giovani civili e dei neonati decapitati riesce a fermare la sua ideologia, chiarisca o si dimetta. Peraltro Milani deve forse chiarire le sue posizioni anche al sindaco Nardella, che ha esposto su Palazzo Vecchio la bandiera israeliana”. Da parte sua Nardella sottolinea che “la storia del rapporto tra Israele e Palestina ci ha insegnato che gli estremismi sono contro la ricerca di un accordo di pace e quindi dobbiamo impegnarci per la pace. Dirò questo: solidarietà agli israeliani uccisi, i racconti dei bambini decapitati sono terribili… Allo stesso tempo impegno per la pace, rispetto dei diritti di tutte le convenzioni internazionali anche in un momento come questo. Firenze è sempre stata città impegnata per la pace”. E il Pd? Naturalmente a sostegno di Milani e contro il proprio sindaco ma contro anche Italia Viva perché dice il capogruppo Nicola Armentano “Nessuna remora nel condannare gli ignobili attacchi terroristici da parte di Hamas ma, allo stesso tempo, non vediamo nessun elemento che possa essere letto in maniera negativa e divisiva tanto da arrivare a chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio comunale così come avanzato da Iv.

Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SPC)

Infine Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) secondo i quali “Incitare alla violenza non aiuta la pace. Questa è la nostra posizione. Liquidare la nostra posizione come ambigua sarebbe offensivo, ai limiti della diffamazione. Non abbiamo nessuna ambiguità rispetto ad Hamas, non l’abbiamo mai avuta. Semplicemente pensiamo che la comunità internazionale abbia responsabilità enormi su quanto sta accadendo, avendo permesso la sistematica violazione del diritto internazionale in questi anni”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.