Nel futuro Servizio Sanitario nazionale la parola d’ordine è prossimità

da sinistra: Sara Funaro, il sindaco Dario Nardella e il Ministro Roberto Speranza

Oggi la visita del ministro della Salute Roberto Speranza a Prato e a Firenze. “Finita l’ora dei tagli: comincia adesso quella degli investimenti”. Nardella: “Rete di assistenze sul territorio fondamentale”

Speranza fra Nardella e Giani

Il futuro assetto del Sistema Sanitario Nazionale ha una sola parola: prossimità. E’ questa la sollecitazione venuta dalla visita oggi del Ministro della Salute Roberto Speranza all’ex Creaf e alle ali del Santo Stefano a Prato, e alla Casa della Salute delle Piagge e al Centro di cure intermedie di Villa Donatello a Firenze. Per il responsabile del dicastero dunque è finita l’ora dei tagli e comincia quella degli investimenti” che significano più presidi, più servizi domiciliari, più medici, più infermieri, più tecnologia.

“La mia visita a Firenze – ha detto Speranza – coincide con l’Italia tutta in bianco. La nostra prima priorità è vincere contro la pandemia. I numeri sono in costante miglioramento, ma la battaglia sarà vinta quando avremo zero decessi in tutte le parti del Paese, cosa che ancora non è avvenuta purtroppo. Il primo impegno dunque è continuare a lavorare con impegno. Oggi abbiamo strumenti inimmaginabili fino a un anno fa, prima di tutto i vaccini”.

L’importante però sarà non buttare al vento questa occasione perché come ha detto anche Papa Francesco “peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla”. Come fare dunque è presto detto: con una riforma tutta basata sul concetto di prossimità che “significa un sistema sanitario capace di “essere vicino”, significa assistenza domiciliare, con la casa come primo luogo di cura. Abbiamo l’obiettivo di portare l’Italia al primo posto in Europa per assistenza domiciliare agli over 60, arrivando al 10%, con l’incremento non solo di medici, presidi, infermieri, ma anche con il potenziamento della teleassistenza e di tutte le risorse tecnologiche. Siamo chiamati a una sfida: trasformare la crisi in opportunità di rilancio e ripartenza”. E per chiarire meglio il concetto aggiunge subito dopo: “Le risorse oggi le abbiamo, se il Ssn sarà sempre più forte, il Paese ce la farà. Avere presidi ospedalieri più forti e maggiore capacità di risposta sui territori è un obiettivo che non si realizza se non tutti insieme. Serve un grande patto paese, lavorare insieme, governo regioni, comuni. L’assistenza sanitaria e sociale sono due facce della stessa medaglia: dove c’è un problema sanitario, spesso c’è un problema sociale e viceversa. Ora, le risorse idonee all’Italia per vincere la sfida ci sono”.

Foto di gruppo alla fine per il Ministro in mezzo al Consiglio Comunale

Speranza ha fatto poi tappa in Consiglio Comunale dove ha ricevuto dalle mani del presidente Luca Milani il gagliardetto del Consiglio comunale e l’annullo filatelico con l’immagine del Premio Firenze 2020. Un sistema sanitario capace di essere vicino è la chiave di volta anche per il sindaco di Firenze Dario Nardella: “La Casa della Salute – ha sottolineato – è il modello su cui vogliamo investire abbiamo un piano per realizzare fino a 12 Case della Salute o case di comunità, come sono state chiamate nella riforma della sanità. Strutture dove il cittadino può trovare tutti i servizi fondamentali: anche attività di diagnosi, assistenza e pure i servizi dedicati a persone che soffrono condizioni sociali particolari o che sono disabili o non autosufficienti”. Per il primo cittadino devono essere la prima linea di assistenza socio-sanitaria per diminuire la pressione sugli ospedali. “Per noi – ha concluso – la rete di assistenza sul territorio è fondamentale, di più con il ministro e il presidente della regione abbiamo condiviso l’obiettivo di portare sempre più nelle case dei cittadini le cure e le assistenze, attraverso un sistema molto flessibile che si concentra proprio su queste equipe: un medico, un infermiere, personale dedicato che sono parti di una rete che deve portare la cura e l’assistenza a casa del paziente invece di costringerlo a recarsi nella struttura ospedaliera”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.