Quel fiore rosso simbolo di libertà

Densa di iniziative la commemorazione del 76° anniversario della Liberazione. Dall’omaggio al monumento ai Caduti alla visita al cimitero americano dei Falciani, alle cerimonia nel Salone dei 500 vuoto a causa delle restrizioni Covid. E i consiglieri comunali ricordano le vittime del nazifascismo in 23 luoghi diversi della città

Un fiore rosso in ricordo del loro martirio per la libertà di tutti. Quest’anno a Firenze le celebrazioni per il 76esimo anniversario della Liberazione hanno avuto un sapore tutto particolare grazie all’iniziativa dei consiglieri comunali che insieme ad Anpi e Aned si sono recati in 23 luoghi diversi della città dove hanno lasciato una rosa o un garofano. “Un fiore per partigianə e deportatə” il titolo dell’iniziativa in memoria delle vittime del nazifascismo. Per la prima volta poi il Comune di Firenze è andato anche al cimitero americano a Falciani. 

La commemorazione, come ormai d’abitudine, è iniziata questa mattina presto  in piazza dell’Unità d’Italia, con la deposizione di una corona di alloro al monumento ai caduti alla presenza fra gli altri del prefetto Alessandra Guidi, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, della presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni e di una delegazione ristretta delle forze armate. A seguire, il sindaco si è recato al Sacrario di Campo di Marte, all’interno dello stadio Franchi, dove insieme all’assessore alla Cultura della memoria Alessandro Martini, al presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, alla consigliera comunale Mimma Dardano e a Giancarlo Antognoni in rappresentanza di ACF Fiorentina ha partecipato alla cerimonia di commemorazione dei cinque giovani di Vicchio di Mugello, medaglia d’oro al valor civile, condannati a morte dal tribunale fascista e fucilati il 22 marzo del 1944.

“Abbiamo deciso di festeggiare questo 25 aprile nei luoghi tradizionali, ma anche in luoghi nuovi – ha spiegato il sindaco Nardella -, che legano in qualche modo Firenze alla lotta al nazifascismo. Firenze si è liberata da sola l’11 agosto 1944 e questa è la cosa di cui sono più orgoglioso. Gli alleati che furono preziosissimi e fondamentali arrivarono quando la città era già liberata, mentre il 25 aprile rimane per tutti noi una data nella quale riscoprire un senso di identità e memoria per tutto il Paese”.

Subito dopo la cerimonia ufficiale nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio vuoto a causa delle restrizioni anti Covid. La celebrazione è stata trasmessa esclusivamente on line sul Canale YouTube ‘Dirette streaming della Città di Firenze’. Nardella ha anche dialogato con lo studente e attivista politico Leonardo Margarito e con Barbara Serra, giornalista di Al Jazeera in collegamento da Londra, autrice del documentario “Fascism in the Family”. “Stiamo vivendo un momento delicato e complesso – ha sottolineato -, carico di preoccupazioni, angosce e aspettative per il futuro, che risente dei sacrifici pesanti di questi lunghi mesi di restrizioni. Allo stesso tempo, però, è un momento pieno di speranza perché se i nostri padri e i nostri nonni hanno saputo combattere contro l’odio, il razzismo e l’oppressione nazifascista, noi dobbiamo essere all’altezza di chi ci ha preceduto per combattere le sfide che il tempo ci pone di fronte, a cominciare da questa terribile pandemia”.

Nel corso della mattinata, si sono tenute iniziative all’esterno in luoghi simbolo dei 5 quartieri con la partecipazione dei presidenti e di un rappresentante dell’Anpi: il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci era in via Pandolfini (angolo via del Crocifisso) alla lapide a Senigallia; la presidente del Quartiere 3 Serena Perini al Monumento ai caduti a Ponte a Ema; il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli al Monumento ai caduti in piazza Dalmazia, mentre il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni era alla Terrazza dei partigiani al cimitero di Soffiano. Una corona d’alloro infine è stata deposta anche alla Fortezza da Basso al monumento dell’Associazione nazionale ex internati (Anei). 

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.