Restyling Franchi, Renzi a Nardella: “Fermati”. Iv potrebbe non votare lo scostamento di bilancio

Duro attacco del leader di Italia Viva dopo il flop della gara d’appalto per il restauro dell’impianto e l’intenzione del sindaco di ricorrere contro lo Stato a causa della revoca dei fondi connessi al Pnrr

“A Dario Nardella, in amicizia, dico: fermati. La gara è andata deserta. Fino a quanto vai a sbattere te mi dispiace, ma quando mandi a sbattere i soldi del Comune non va bene. Tre mesi esatti dopo la conferenza stampa di aprile (https://www.lamartinelladifirenze.it/renzi-giu-fiesole-e-ferrovia-si-al-progetto-casamonti-e-con-i-55-milioni-case-popolari-e-scuole/) Matteo Renzi torna alla carica a seguito del flop della gara d’appalto per il restyling dello stadio Franchi. E lo fa da una delle sale più prestigiose di Palazzo Vecchio, dove si tengono le conferenze stampa, in quello che a molti è sembrato una sorta di prova generale di assedio del fortino nardelliano.

Soprattutto se il sindaco di Firenze porterà in consiglio comunale la delibera di scostamento di bilancio per 10 milioni di euro per consentire i lavori di adattamento del Campo Padovani e farlo così divenire l’impianto provvisorio dove la Fiorentina giocherà le gare casalinghe in attesa del termine dei lavori al “vecchio” Comunale. Delibera che proprio Italia Viva potrebbe decidere di non votare provocando un ulteriore strappo le cui conseguenze sarebbero gravissime per la maggioranza. Soprattutto se, come sembra, Nardella di ricorrere al Tar contro lo Stato a causa della revoca dei fondi connessi al Pnrr.

“È bene dirlo – continua il senatore e leader di Iv -: lo stadio Artemio Franchi con il progetto Aurp non si farà mai. È il segreto di Pulcinella, lo sanno tutti, non sta in piedi dal punto di vista economico. Dare ad Arup altri soldi per fare il progetto esecutivo e mettere soldi nel Padovani, quando questo progetto non starà mai in piedi, è una follia giuridica. Il Comune di Firenze fermi le macchine, si faccia pagare dallo stato per quella parte dei soldi che non arriveranno, li investa in cultura e si faccia lo stadio con i soldi della Fiorentina e con il progetto Casamonti, o comunque con un progetto pagato dalla Fiorentina che preveda l’abbattimento delle curve, con lo stato che tramite decreto dice che non c’è il vincolo sulle curve, che è un vincolo che non ha senso di esistere”.

All’incontro con i giornalisti c’è tutto lo stato maggiore di Italia Viva: il vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, le due consigliere comunali Barbara Felleca e Mimma Dardano, l’europarlamentare Nicola Danti: confusi fra i cronisti ci sono anche Massimo Mattei e Gabriele Toccafondi. Manca solo l’assessore ai lavori pubblici Titta Meucci. “Tre mesi fa – sottolinea ancora – abbiamo fatto una conferenza stampa dicendo al Comune di sfruttare l’occasione del ‘no’ dell’Europa sullo stadio per fare un accordo col Governo e portare a casa quanto più possibile per la città di Firenze. l’Europa ha detto di no perché è evidente che non si finanzia lo stadio coi soldi del PNRR. Oggi la situazione è andare allo scontro, come propone Nardella facendo causa allo stadio, oppure cercare un accordo. Fare causa allo Stato significa impelagare il Comune di Firenze in una conflittualità dalla quale non è detto che ne esca vincitore. Non c’è bisogno di cause, c’è bisogno di fare un accordo, ed è molto semplice: si prendano i denari dello stato e si mettano sulle cose che servono a Firenze. I 90 milioni di euro che sono immaginati per l’intervento sul Franchi tutti noi sappiamo che non saranno mai spesi”.

Poi l’ultimo l’affondo: “Vi volete fermare o avete il desiderio di indebitare i cittadini fiorentini per i prossimi decenni tra cause legali e contenziosi invincibili? La gara è andata deserta, non ci sono i soldi, come fai ad andare in affidamento diretto? Se avessi fatto io questa roba mi avrebbero portato via. Si parla di soldi pubblici. La sintesi è: volete un modello che funziona? Il Viola Park funziona. Il metodo Casini ha funzionato, il Comune di Firenze ha fatto un metodo casino”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.