Rimandate in autunno cresime e prime comunioni. Betori: “Niente sarà come prima”

La decisione dei vescovi  toscani per limitare le possibilità di contagio. E per lo Scoppio del Carro si affaccia l’idea della diretta web nella piazza vuota

Un momento della Messa dell’Annunciazione

Niente Cresime e Prime comunioni, rimandate in autunno per la difficoltà di tenere il catechismo. I riti della Settimana Santa ci saranno, ma senza fedeli. Restano poi sospese, fino a quando non rientreranno le disposizioni del Governo, le celebrazioni di messe, matrimoni, battesimi e funerali. E’ questa la decisione della Conferenza Episcopale Toscana riunitasi in videoconferenza per venire incontro all’emergenza Coronavirus e fare in modo di limitare gli spostamenti delle persone contribuendo al contenimento del contagio. Scelte drastiche, che valgono per tutte le Diocesi della Toscana, alle quali i vescovi hanno deciso di aggiungere un gesto di solidarietà donando una mensilità di stipendio oltre a una somma stanziata dalla Cei per attrezzare alcune ambulanze con le strumentazioni necessarie per intervenire su pazienti affetti da Covid-19.

E sul particolare momento che sta attraversando la comunità alle prese con la pandemia, è intervenuto il Cardinal Giuseppe Betori che ieri nella messa “senza popolo” dell’Annunciazione che è anche il Capodanno Fiorentino, ha rivolto una preghiera per affidare la città alla Madonna (qui sotto la preghiera di affidamento e l’Omelia integrale dell’Arcivescovo).

La prospettiva di un domani che deve essere diverso dal passato – ha sottolineato Betori – oggi si impone con forza. Niente potrà e dovrà tornare come prima. E non lo potrà essere perché saranno profondi i segni che la pandemia lascerà nell’economia, nella vita sociale, nella politica, nei rapporti tra i popoli, nei comportamenti individuali. Ma è bene fin d’ora chiederci verso quale direzione orientare il cambiamento: Rafforzare le chiusure e garantirci contro gli altri? Rinsaldare le sicurezze di pochi lasciando al loro destino i deboli? Cancellare l’esperienza del limite, che ci ha assalito in questi giorni, per tornare ai sogni prometeici di un’umanità che non risponde a nessun valore perché ubriacata dalla propria volontà di potenza? Ci piace pensare che si possa superare un modello di vita incentrato sull’individualismo, sullo sfruttamento indiscriminato del pianeta, sulle sole logiche del profitto e del consumo, per mettere al centro ciò che è davvero essenziale e proiettarci verso gli orizzonti della solidarietà, della responsabilità, del dono”.

Alla luce dunque delle decisioni prese dai vescovi toscani sembra sempre più a rischio la possibilità che lo Scoppio del Carro nella mattinata di Pasqua venga effettuato. Anche se si affaccia la possibilità che possa essere fatto lo stesso, in piazza Duomo vuota, trasmettendolo in diretta Tv e streaming. Una decisione da Palazzo Vecchio, sembra di capire, arriverà nei prossimi giorni. Ma sono in tanti a chiedersi che senso avrebbe tenerlo lo stesso.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.