“So io dove glieli metterei quei chiodi fiorentini…”

Santo Spirito: nonostante la nuova installazione voluta da Palazzo Vecchio per impedire il degrado nell’area laterale alla Basilica tra via de’ Coverelli e l’incrocio con via del Presto di San Martino la situazione non cambia. E a rimetterci sono i residenti privati di posti auto e ancora alla prese con la latrina a cielo aperto

“I chiodi fiorentini? So io i’do glieli metterei a quelli (nel senso ovviamente degli “orinatori” seriali ndr). Ma i’cchè credevano di risolvere la questione dell’urina sui muri in questo modo? Ma vaia vaia viaaa”. L’anziano, residente in Santo Spirito da 50 anni, in quella piazza e nelle vie adiacenti ne ha viste di tutti i colori. A cominciare dal 1977, quando sotto le scalinate della Basilica non era difficile trovare siringhe sporche di sangue, cucchiaini piegati e pezzetti d’alluminio appallottolati in quello che era il rito neppure troppo nascosto del buco da eroina. Adesso la situazione è diversa ma è lo stesso drammatica. Da mesi i residenti esasperati stanno conducendo una strenua lotta contro degrado e malamovida che nonostante il Coronavirus non si è mai proprio fermata. Alcol ingollato a fiumi, assembramenti, totale spregio delle norme anti Covid, urla, strepiti. E urina, un fiume di urina che nonostante le foto scattate e pubblicate sui vari media, continua a inondare i muri dell’abside della Basilica provocando danni importanti al monumento realizzato dal Brunelleschi.

Con la Regione che al pari di tutta Italia si appresta a tornare in fascia bianca i timori degli abitanti della piazza e delle vie adiacenti aumentano e il perché è presto detto: la conseguente riapertura di tutte le attività e la prossima abolizione del coprifuoco rischiano di far precipitare la piazza in quelle scene già ampiamente conosciute e fin troppo tollerate. Un assaggio in questo senso lo si è già visto con la piazza già ora divenuta una distesa senza fine di tavolini. Per questo i residenti sono preoccupati e sono anche convinti che i provvedimenti decisi da Palazzo Vecchio, almeno per quanto riguarda i chiodi fiorentini che nelle intenzioni del vicesindaco Alessia Bettini dovrebbero “puntare a inibire comportamenti poco decorosi e mancanze di rispetto nei confronti di quest’ area”, non servano assolutamente a nulla come del resto documentato nelle foto che pubblichiamo in questo articolo. Di più, per loro tutta la vicenda ha il sapore di una vera e propria beffa perché i chiodi, come sottolinea l’anziano abitante in Santo Spirito ancora con grande sagacia fiorentina impediscono a noi di parcheggiare le auto ma non ai pedoni di passare ed entrare nel buco nero che si è creato. I chiodi non spaventeranno nessuno se non si interviene con una illuminazione adeguata e con telecamere puntate sul luogo del misfatto”.

L’unica soluzione per il Comitato dei residenti è l’installazione di una cancellata a protezione del sagrato e delle scalinate della Basilica, ma dopo mesi di lettere, presidi e tavoli di confronto non hanno ottenuto nulla. Testardamente però vanno avanti (e fanno bene aggiungiamo noi…) convinti che sia l’unica soluzione possibile per preservare uno dei monumenti più conosciuti della città e anche il diritto alla quiete e al riposo di chi ancora in quella piazza e in quelle strade ci abita e vuole continuare ad abitarci senza dover essere costretto ad andarsene via da un manipolo di “alterati dello spritz” che non conosce il significato delle parole rispetto per gli altri, vivere civile, educazione, senso civico. Intanto però l’urina continua a scorrere: sui muri della chiesa, sul marciapiede e anche sui portoni di diverse abitazioni.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.