Tari, i fiorentini pagheranno 112 milioni di euro

Seduta che si preannuncia turbolenta quella di domani pomeriggio per il Consiglio alle prese con la decisione di ATO di aumentare la tassa rifiuti. Partiti e associazioni di categoria all’attacco: “E’ un’altra mazzata”

Non è difficile prevedere che sarà alquanto frizzantino il Consiglio Comunale convocato per domani alle 14.30 nella Sala de’ Dugento a Palazzo Vecchio. All’ordine del giorno fra i vari provvedimenti, mozioni e interrogazioni ci sarà anche la ratifica della decisione  di ATO Toscana di aumentare la Tari (Tariffa rifiuti) con il semaforo verde di 37 comuni che fanno parte del consorzio. La maggioranza voterà compatta per il sì, ma dopo partiti e associazioni di categoria che hanno già espresso fortemente il loro dissenso, tocca adesso agli albergatori andare pesantemente all’attacco.

E’ una mazzata che le imprese turistico-ricettive non possono sostenere – ribadisce il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi-. L’aumento della Tari arriva dopo quelli degli anni scorsi, che abbiamo dovuto subire malgrado le nostre strutture siano rimaste chiuse per la pandemia e quindi nessuno di noi abbia prodotto rifiuti. Aumento che nonostante le richieste non ci è stato concesso di scontare. Tutto questo a causa di una carenza storica degli impianti di smaltimento che la Regione non riesce a colmare e senza che i Comuni siano riusciti a fare adeguata pressione per costruire un sistema diverso che eviti la corsa al rialzo delle tariffe, che già sappiamo continuerà anche nei prossimi anni, dopo che negli ultimi 3 è arrivata al 17%”. Bechi prosegue: “Come si può pensare che il sistema delle imprese possa ripartire in queste condizioni e dopo che i due anni di stop hanno eroso in modo consistente la capitalizzazione. Davvero come nel film di Benigni e Troisi: non ci resta che piangere, e forse chiudere”. 

In precedenza, come detto, erano state le forze politiche ad esprimere il loro totale disappunto. Fratelli d’Italia con Alessandro Draghi e Jacopo Cellai aveva sottolineato che “ci saranno aumenti per 2,6 milioni a carico delle imprese e per 1,4 milioni a carico dei cittadini. Discutibile anche distrarre 6 milioni dal bilancio per contenere gli aumenti, perché quei soldi mancheranno per altri scopi. Il risultato comunque, in un periodo di crisi per i costi di materie prime ed energia, è una stangata per tutti. Questo è il frutto dei fallimenti pluridecennali delle politiche di smaltimento rifiuti della sinistra: niente nuovi impianti, niente termovalorizzatore, e a pagare sono sempre i soliti”. Mentre Andrea Asciuti (Gruppo Misto-Italexit) aveva parlato di “vera e propria stangata sui fiorentini”.

Concetto ribadito anche da Emanuele Cocollini, Ubaldo Bocci e Antonio Montelatici (Centro). “L’aumento previsto nel 2023 – dicono insieme – è del 25,49% per un importo complessivo di 120.065.358 milioni di euro. Dall’analisi comparata dei dati di bilancio, infatti, l’aumento della tariffa per i cittadini del comune di Firenze è di 14.878.869 milioni di euro, ovvero del 15,55% in più dal 2019 al 2022. I fiorentini, infatti, pagavano complessivamente 95.678.551 euro nel 2019 e dovranno pagarne ben 110.557.420 nel 2022. Di questi 106.967.522 milioni di euro direttamente nelle bollette dei cittadini e la rimanenza attraverso una diversa ripartizione di altre entrate del Comune. Purtroppo, però, non finisce qui: dall’analisi dettagliata della delibera di ATO del 23 maggio 2022 l’aumento comparato della tariffa per il 2023 sarà del 25,49% rispetto al 2019 Per le imprese è un aumento medio per ogni utenza di 287 euro. L’assessore del Del Re farebbe bene a valutare attentamente la sua posizione, perché non riveste soltanto il ruolo di assessore all’Ambiente, ma anche quello tecnico-politico di presidente dell’ATO, un doppio ruolo che ci consente di poter affermare che abbia fallito su tutta la linea. I 28 voti fra contrari, assenti ed astenuti alla votazione sul nuovo PEF, molti dei quali appartengono al suo stesso partito, ne sono la dimostrazione evidente”. 

I fiorentini dunque pagheranno 112 milioni di euro, sei dei quali li metterà il comune per cercare di contenere almeno un po’ la stangata.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.