Toscana pronta ad accogliere 312 fuoriusciti dall’Afghanistan

I primi 200 provenienti da canali diversi dovranno andare in quarantena e saranno ospitati in alberghi Covid a Firenze, Montecatini e Chianciano. Giani: “Siamo in grado di offrire la migliore immagine della Regione, ma se dovessero arrivare profughi nel senso stretto del termine, la partita dovrà essere europea”

Tecnicamente non si tratta di profughi, ma di fuoriusciti da una città Kabul che in questo momento è preda degli oltranzisti talebani dopo il ritiro frettoloso delle truppe americane dall’Afghanistan che a molti ha ricordato quello avvenuto nel 1975 a Saigon a conclusione della guerra del Vietnam. Sono collaboratori delle nostre forze armate, persone presenti anche da vent’anni al fianco degli occidentali nello sforzo, purtroppo vano, di dare rinnovamento e una democrazia degna di questo nome al Paese. Per questo la Toscana è pronta ad accoglierne 312: 200 provenienti da canali diversi che dovranno sottoporsi ai dieci giorni di quarantena, 112 indicati dal Governo.

Questa mattina il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha tenuto la prima riunione a Firenze nella sede della presidenza regionale per mettere a punto quella che sarà la strategia dei prossimi giorni: con lui gli assessori regionali alla sicurezza, Stefano Ciuoffo, e alla protezione civile, Monia Monni, oltre al prefetto di Firenze, Alessandra Guidi, al presidente della provincia di Lucca Luca Menesini, al direttore di Anci Toscana, Simone Gheri, e al responsabile immigrazione Anci e sindaco di Scandicci, Sandro Fallani. “Sono molto soddisfatto – ha detto Giani – dell’esito della riunione che abbiamo tenuto e della larga disponibilità all’accoglienza mostrata dai sindaci e dalle associazioni presenti, così come del ruolo di coordinamento che svolgeranno i Prefetti della Toscana. Siamo in grado di offrire la migliore immagine della Toscana, all’altezza della sua tradizione di accoglienza e organizzazione. Per questo ci siamo dichiarati da subito disponibili ad accogliere coloro che fuggono dall’Afghanistan. Ora è il momento di passare dalla disponibilità ai fatti: noi siamo pronti e se ce ne sarà necessità convocheremo settimanalmente questo tavolo”.

Dunque i primi 200 che dovranno andare in quarantena saranno ospitati in alberghi Covid a Firenze, Montecatini e Chianciano. Questo consentirà di avere a disposizione ancora un piccolo lasso di tempo per decidere le modalità di accoglienza in cui verranno prese in considerazione, in particolare rispetto ai prossimi arrivi, le disponibilità già offerte da molte famiglie toscane, o quelle delle associazioni. In particolare la Regione sarebbe propensa a un’accoglienza che si avvalga del sistema di accoglienza integrata, scartando quindi il modello dei centri temporanei che hanno altre filosofie e senso. I posti a disposizione del Sai in Toscana (1.568) però sono già tutti occupati. Per questo la Regione ha già chiesto al Ministero l’autorizzazione a disporne di altri 100.

“Finora il nostro modello di accoglienza – ha aggiunto Ciuoffo – ha fornito risposte positive e di qualità. Anticiperemo le risorse economiche necessarie in attesa che ci arrivino i fondi da Roma. Garantiremo sia la sicurezza che la privacy di coloro che in questi anni hanno collaborato e lavorato insieme al nostro contingente in Afghanistan. Anticiperemo, non subiremo i problemi che queste nuove presenze comportano”. D’accordo sul Sai anche Menesini e Fallani: “Davanti a noi – ha sottolineato il sindaco di Scandicci – deve esserci l’obiettivo di un loro inserimento efficace nelle nostre comunità. E i Comuni della Toscana si impegneranno a fondo, come sempre, per raggiungere questo risultato”. “In questo momento – ha concluso Giani – l’urgenza è mettere insieme le tre cose: la funzione più precipua del fuoriuscito e della sua destinazione, quella della quarantena e quella in prospettiva del sistema di accoglienza più adatto. Se e quando dovessero arrivare i profughi strictu senso, allora il problema sarà affrontato con la stessa generosità, ma dovrà essere una partita europea”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.