Un grande Maggio, ma i biglietti costeranno di più

Presentato l’83° Festival Musicale tra conferme, novità e Marina Abramovich che porterà in scena una performance su Maria Callas

Alexander Pereira

Dieci opere liriche, sedici appuntamenti tra sinfonica e concertistica, e un’attenzione particolare ai più piccoli sulla scorta di quanto già sperimentato a Milano con un’edizione ridotta dell’Elisir d’amore di Donizetti dove al termine i cantanti scenderanno giù dal palcoscenico per dialogare con i bambini.

Ma anche cattive notizie come l’aumento dei prezzi tra il 20 e il 40% per biglietti e abbonamenti per metterli in linea con quelli dei principali teatri europei, rischio calcolato secondo il sovrintendente Pereira perché in fondo la qualità (leggi cantanti) si paga e lui spiccatamente fa l’occhiolino a un pubblico più turistico e internazionale, disposto a pagare anche 200 euro a biglietto pur di assistere a uno spettacolo.

Eccolo il cartellone dell’83° Maggio Musicale, primo dell’era Pereira che si insedierà il prossimo 16 dicembre nel teatro fiorentino dopo la prima della Scala a Milano con la Tosca di Puccini. Il festival si aprirà il 23 aprile con la prima esecuzione a Firenze di “Lo sposo di tre e il marito di nessuna” di Luigi Cherubini e si protrarrà fino al 23 luglio (programma completo sul sito https://www.maggiofiorentino.com/event_season/lxxxiii-festival-del-maggio-musicale-fiorentino/) .

L’Otello di Verdi che in origine avrebbe dovuto aprire il Festival con la direzione di Fabio Luisi ci sarà: sarà diretto da Zubin Mehta (10, 14, 17 e 20 maggio) e interpretato nei ruoli principali dal tenore Fabio Sirtori (al suo debutto in quest’opera), Hibla Gerzmava (Desdemona) e George Petean (Jago) già visto all’opera nell’Attila di Verdi che l’anno scorso aprì la stagione del teatro meneghino.

Pereira con il sindaco Dario Nardella

Tre mesi di programmazione dunque che vedranno impegnati sul palcoscenico e sul podio alcuni dei nomi più importanti della scena lirica-sinfonica internazionale, ma anche performance che non potranno suscitare reazioni vedi il debutto come autrice, regista e interprete di un’opera lirica di Marina Abramovic, personalità tra le più controverse del panorama dell’arte contemporanea, con “7 deaths of Maria Callas” (4,5,6 giugno) ispirato alla sette eroine musicali che muoiono d’amore o per amore: Carmen, Tosca, Lucia, Butterfly, Norma, Violetta e Desdemona.

E qualche piccola chicca come Jeanne Dark, opera di Fabio Vacchi compositore molto presente nelle stagioni del teatro fiorentino, ispirata al testo ironico e sarcastico La Pucelle d’Orleans di Voltaire (24, 25 e 26 maggio) diretta dal maestro varesino Alessandrio Cadario; o come la serata di gala con la Traviata diretta da Carlo Rizzi e interpretata da Sonya Yoncheva, Placido Domingo e Francesco De Muro. Da segnalare anche “Un Ballo in maschera” di Verdi con l’allestimento del teatro Bol’soi di Mosca (14, 17, 20 e 23 luglio) e la ripresa di Turandot di Giacomo Puccini nel monumentale allestimento del Maggio con la regia di Zhang Yimou che fece il giro del mondo e fu messo in scena nel 1998 a Pechino nella Città proibita.

Dobbiamo puntare anche sul turismo internazionale – ha ribadito Pereira – e quello non avrà problemi a pagare anche 160 o 200 euro per un biglietto. Mi dispiace annunciare brutte notizie, ma dobbiamo trovare equilibrio e dobbiamo anche essere fieri di quello che facciamo. Il mio compito non è fare tutte serate da tutto esaurito; io devo avere più incassi. E prometto che gli incassi non saranno di meno. Forse verrà qualche spettatore in meno, ma l’incasso sarà superiore”.

Linea condivisa dal sindaco Dario Nardella, presidente della Fondazione del Teatro del Maggio: “Credo che sia una scelta saggia per molti aspetti anche doverosa, perché in questi anni il teatro se ha aumentato il pubblico non ha aumentato gli incassi. Il costo del biglietto è al di sotto della media italiana dei grandi teatri. Invece Firenze vale e credo che quando ci sia un concerto di valore, con grandi artisti, non sia sbagliato pagare per quel livello di qualità”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.