Un mezzobusto a Prato ricorderà “Pablito”

Rossi e Antognoni con la Coppa del Mondo

Nel piazzale della Cipresseta di Santa Lucia sarà collocata l’opera in bronzo della scultrice fiorentina Elisa Morucci: “Ho cercato di rappresentare la serietà, l’educazione, il bagaglio di valori, che tutti gli hanno riconosciuto nel tempo”

Il piccolo Piazzale della cipresseta di Santa Lucia, periferia nord di Prato, si prepara ad accogliere un’opera d’arte non effimera che in maniera non convenzionale e non scontata vuole ricordare il più famoso dei calciatori in erba che vestirono la maglia dell’omonima squadra da cui tutto cominciò: un mezzo busto opera di Elisa Morucci, giovane scultrice fiorentina appassionatissima di calcio e sua in particolare.

Elisa Morucci

Tra poco più di un anno nel luglio del 2022, saranno trascorsi esattamente 40 anni dalla fantastica notte del Santiago Bernabeu di Madrid, quando la Nazionale Italiana di Enzo Bearzot batté per 3 a 1 la Germania Ovest di Rummenigge nella finale dei mondiali spagnoli, conquistando per la terza volta la Coppa del mondo. L’artefice di quello straordinario cammino azzurro fu Paolo Rossi o più semplicemente Pablito, come fu soprannominato durante i mondiali spagnoli.

Paolo, lasciandoci tutti sgomenti ci ha lasciati lo scorso dicembre vinto da una malattia con la quale combatteva strenuamente da molto tempo. All’indomani della scomparsa, Elisa ha come sentito il bisogno di dedicargli una scultura. “Sono stata fin da giovanissima una grande appassionata di calcio – rivela l’artista che svolge la sua attività artistica tra Firenze, Pietrasanta, Carrara e Greve in Chianti, ancora oggi mi piace guardare le vecchie partite in bianco e nero degli anni 60/70 in tv. Inoltre Paolo Rossi è stato il mio primo grande amore platonico di bambina. Avevo 5 anni nell’82 e ho imparato a amare questo splendido sport, anche grazie a lui. Quando ho appreso che ci aveva lasciati, l’emozione è stata grande, sono affiorati i ricordi ed è stato naturale il desiderio di tributargli un omaggio“.

In poco tempo l’idea si è trasformata in un’impresa artistica della quale il Comune di Prato e la Pro loco di Santa Lucia si sono fatti promotori. Una volta completata, la scultura sarà collocata nel piazzale della piccola frazione pratese il cui locale campo sportivo è intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo. “Paolo Rossi è patrimonio nazionale e ancor più per noi è Paolo di Santa Lucia. Quest’opera è un tributo all’uomo, al campione, a un esempio di generosità – dice Matteo Biffoni, Sindaco di Prato -. I suoi occhi, il suo sorriso gentile, il suo esempio restano per ciascuno di noi un valore, ricordarlo nella “sua” Prato è un gesto d’affetto e di stima da parte di tutta la città”.

L’opera verrà realizzata in bronzo (secondo l’antica tecnica della cera persa) e in marmo, un blocco di “verde delle Alpi” per la base scelto sia per riprendere i colori delle opere architettoniche del gotico toscano presente nelle chiese della nostra regione, compreso il Duomo di Prato, sia per richiamare l’idea della Coppa del mondo, che presenta degli inserti in malachite (anche questi di colore verde). La scultura si intitolerà semplicemente Paolo e misurerà un metro e dieci centimetri circa di altezza, cui sarà aggiunta una seconda base, in linea col ripristino del piazzale dove verrà collocata.

“Tutti – conclude Morucci – ricordano Paolo sorridente, mentre esulta per la mitica vittoria del Mondiale dell’82. Ho pensato molto a come rappresentarlo. Guardando ed ascoltando le tante interviste, durante la lavorazione della scultura, ho creduto di cogliere aspetti, che per me si sono rivelati altrettanto importanti: ho cercato di rappresentare la serietà, l’educazione, il bagaglio di valori, che tutti gli hanno riconosciuto nel tempo, accompagnati da una velata nostalgia. Questo mezzo busto unisce la forma contemporanea ad un gusto classico, quello delle sculture greco-romane, dove l’etica prendeva forma. Vorrei passasse un messaggio forte e chiaro: se è vero che molte cose cambiano in ogni campo, calcio compreso, molte altre restano, difese da persone come Paolo. Mi pareva giusto legare un certo tipo di valori ad un certo tipo di qualità ad un certo tipo di persona. Lo sport, i nostri atleti, gli artisti, ogni persona che abbia un minimo di influenza e visibilità, al contempo si porta dietro una responsabilità”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.