Un parco sorgerà dalle ceneri del Poderaccio

L'area del Poderaccio nella foto di repertorio di Luca Grillandini

L’insediamento rom è stato smantellato oggi rendendo inagibili le ultime 7 casette rimaste ancora attive. Nardella: “Modello di integrazione sbagliato e ormai superato”. Lamorgese: “Bene l’iniziativa per il superamento dei campi”

Il Poderaccio è stato chiuso: con la demolizione di 72 casette e rendendo inagibili le ultime sette ancora rimaste il campo rom, nato nel 1988 come area sosta per nomadi con container, roulotte e baracche, che ha subito varie trasformazioni nel corso degli anni è stato smantellato.

Una delle strutture abbattute al Poderaccio (Foto di Luca Grillandini)

La chiusura del Poderaccio era uno degli obiettivi principali inseriti nel programma di mandato dell’amministrazione Nardella e il 26 giugno 2018, per velocizzare le operazioni di superamento dell’insediamento, fu costituita una cabina di regia con il compito di definire e realizzare un programma che tenesse insieme integrazione, legalità e sicurezza.

“Era un impegno – ha commentato il primo cittadino fiorentino che assieme all’assessore alla sicurezza Andrea Vannucci e al presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni ha effettuato questa mattina un sopralluogo nell’area in fondo a via dell’Isolotto – che ci eravamo preso con i fiorentini e gli abitanti del quartiere e lo abbiamo raggiunto grazie a un lavoro molto complesso condotto nel corso degli anni”. Nel 2014, primo mandato Nardella, nel campo rom risiedevano 470 persone, scese a 241 alla fine del maggio 2018. L’anno scorso dal campo sono fuoriusciti 21 nuclei familiari, mentre quest’anno se ne sono andati gli ultimi 13 che restavano.

Un momento del sopralluogo del sindaco Nardella (Foto di Luca Grillandini)

Nardella ha assistito personalmente allo smantellamento di alcune delle casette superstiti sottolineando che il sito verrà restituito interamente alla fruizione dei cittadini ma ha rinviato a un momento successivo la presentazione del progetto di rinascita del Poderaccio. Non appena le demolizioni saranno terminate partirà la bonifica. Nelle intenzioni dovrà divenire un’area pubblica riqualificata al servizio non soltanto degli abitanti del quartiere ma dell’intera cittadinanza come ad esempio un parco.

“Il modello dei campi rom – ha aggiunto il sindaco – è un modello di integrazione sbagliato e ormai superato, ce lo dicono in tutta Europa ed è un problema che ancora permane nel nostro Paese. L’interazione non si fa in questo modo e sono convinto, e lo dimostriamo oggi a Firenze, che a sinistra sia possibile affrontare questioni come questa senza lasciarle alla propaganda ideologica di partiti che usano il tema dei campi rom solo per fare campagna elettorale”.

Una stoccata non indifferente nei riguardi della politica di Lega e Fratelli d’Italia che ha voluto replicare un attimo dopo. “Abbiamo chiuso il campo – ha sottolineato – senza usare la forza, ma utilizzato gli strumenti e le regole che valgono per tutti i cittadini: nessuna corsia preferenziale, nessun vantaggio, piuttosto regole e strumenti che mettiamo a disposizione di tutte le persone che hanno determinate condizioni sociali. Questo è un modello vincente, è il modello Firenze, che credo debba essere utilizzato in tutto il Paese”.

Vannucci ha ringraziato ha ringraziato gli operatori delle cooperative sociali Il Girasole e Cat e di Caritas che hanno svolto un lavoro di supporto molto importante. “Abbiamo chiuso il campo – ha ribadito – attraverso la mediazione sociale e quegli strumenti che l’amministrazione comunale ha per sostenere la popolazione più fragile: che vanno dall’inserimento in graduatoria erp per chi ha i requisiti, alle accoglienze temporanee, alla presa in carico da parte dei servizi sociali per i soggetti fragili, fino al sostegno all’autonomia. Oggi si coniugano il principio di legalità con quello della sicurezza di tutto il territorio circostante al campo e allo stesso tempo si mettono in pratica politiche sociali attive e proattive”.

E al sindaco Nardella arriva in serata il plauso del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: “La sicurezza e l’integrazione – afferma la responsabile del Viminale – possono seguire percorsi convergenti grazie all’impegno costante e intelligente delle amministrazioni locali. L’iniziativa portata a termine dal sindaco Nardella e dalla sua Giunta, nella prospettiva di un ulteriore passo per il superamento definitivo degli insediamenti stessi, conferma ancora una volta che la sicurezza delle nostre città si costruisce passo dopo passo, con progetti strategici finalizzati a favorire la convivenza civile, nel rispetto delle regole e con soluzioni in grado di prevenire conflitti sociali”.

Articolo aggiornato alle ore 20.40

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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