Un Primo Maggio con poche luci e moltissime ombre

Numerose e diverse le iniziative per ribadire la centralità del lavoro alla luce anche della pesantissima crisi economica portata dalla pandemia

La manifestazione in piazza della Santissima Annunziata (foto di Stefania Valbonesi)

Gli operai della Bekaert di Figline e quelli delle acciaierie di Piombino. Ma anche le maestranze della Texprint e i lavoratori della sede di Amazon Logistics a Calenzano. E ancora la visita del sindaco di Firenze Dario Nardella all’ospedale di Careggi e l’omelia del cardinal Giuseppe Betori nella pieve di Santa Maria a Scandicci con quel forte richiamo a sentirsi “parte viva della ricostruzione della nostra società, quella ricostruzione che ci attende oltre il tempo di questa pandemia. E sentiamo questo progetto come una cosa che ci sta a cuore, come una responsabilità a cui non dobbiamo sfuggire, come un lavoro da compiere per dare identità a noi stessi e ai nostri fratelli, carpentieri di un mondo nuovo nella carità”.

E’ stato un Primo Maggio all’insegna di poche luci e moltissime ombre quello che si sta concludendo in queste ore, il secondo da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus. Tante le manifestazioni, i presidi, i flash mob con al centro l’unico grande tema: il lavoro. Il lavoro che non c’è, perso a causa della pandemia, e quello che non si riesce a trovare sempre a causa della pandemia soprattutto se l’occupazione è svanita nel giro di pochissimi mesi o settimane magari dopo una vita passata coltivarla. Ma anche il lavoro di commercianti, operatori del turismo, ristoratori, artigiani, tutte categorie accusano sindacati ed esponenti del mondo politico alle quali il governo non è stato in grado di dare risposte a concrete.

A Firenze, per esempio, Fratelli d’Italia ha organizzato un flash mob simbolico in via Guicciardini, una delle strade più turistiche fra Ponte Vecchio e Palazzo Pitti, per dimostrare solidarietà alle categorie colpite dalla crisi. Il capogruppo a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi, insieme ad alcuni attivisti del partito di Giorgia Meloni, ha srotolato uno striscione sui cui significativamente era scritto “Non è Festa senza lavoro”. “Il governo ha dimenticato i commercianti – affermano Draghi e il consigliere Jacopo Cellai -; Fratelli d’Italia dice no al coprifuoco e no a misure che condannano le attività produttive alla chiusura e si schiera, senza se e senza ma, dalla parte delle piccole e medie imprese commerciali e artigianali che sono l’asse portante dell’economia cittadina e sono quelle attività che ancora sono detenute dalle famiglie fiorentine, che vivono e lavorano in città”. Poche centinaia di metri e in piazza Santissima Annunziata c’è la manifestazione per i lavoratori della Texprint a cui ha dato il proprio sostegno Sinistra Progetto Comune: “Stamattina siamo stati al fianco dei lavoratori dopo il partecipato presidio del 24 aprile e al fianco di una vertenza che prosegue con coraggio – spiegano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi –. Adesso siamo qui per la giornata voluta dall’assemblea. Ogni giorno è il primo maggio, un percorso unitario del sindacalismo di base che raccoglie tante esperienze associative e politiche, per ricordare la centralità del lavoro e di chi lavora, riconosciuta in Costituzione ma rimossa sistematicamente dal dibattito pubblico”. 

A Careggi il 1° Maggio del sindaco Nardella che ha twittato: “vicini a chi, oggi e sempre, si prende cura di noi. Un pensiero a chi non può fermarsi in questo giorno di festa è in prima linea, a chi è in difficoltà e senza lavoro, a chi ha perso un sogno ma non la speranza di realizzarlo”. Infine il presidente del Consiglio Comunale Luca Milani: “Anche quest’anno il 1° Maggio avrà un significato particolare. Viviamo, da un anno e mezzo, una situazione sociale difficile. La pandemia ha distrutto l’economia, tante sono le persone che, purtroppo, hanno perso il loro posto di lavoro e si rischia anche di disgregare la coesione sociale. Abbiamo compreso che tutto il lavoro è di valore, anche quello che spesso non consideriamo significativo. Presto, quando usciremo da questa emergenza e ci sarà molto da ricostruire e ripensare, occorrerà ripensare profondamente il mondo del lavoro, a partire dalla sicurezza e, terminata l’emergenza, le imprese, specialmente le piccole e medie, dovranno essere aiutate dallo Stato nel sostegno all’occupazione. La scelta sarà obbligata: sostenere le imprese ed investire il più possibile in politiche attive del lavoro davvero efficienti, per ricollocare il maggior numero di persone e realizzare un mondo del lavoro nuovo dove al centro deve esserci la persona e non il profitto”. 

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.