Arriva il “bonus filiera” ma il presidio continua

Pasquale Naccari, a destra, con Debora Serracchiani e Raffaele Madeo, vicepresidente TNI Italia

Primo risultato importante per TNI-Ristoratori Toscana da quattro giorni a Roma davanti a Montecitorio. “Portare a casa ora il decreto ristori Quinquies”

Un primo risultato importante l’hanno ottenuto. I primi bonifici, relativi al cosiddetto “bonus filiera”, il contributo a fondo perduto da un minimo di 2.500 ad un massimo di 10mila euro riservato a circa 47mila attività del mondo Horeca che hanno acquistato prodotti 100% made in Italy, stanno arrivando. Ma per loro non basta e dunque la mobilitazione continua.

Al quarto giorno di presidio Pasquale Naccari e una delegazione di TNI-Ristoratori Toscana restano a Roma con le tende ben piantate davanti all’ingresso di Montecitorio. Ieri hanno incontrato il deputato di Fdi Riccardo Zucconi, i senatori di Forza Italia Massimo Mallegni ed Alessandra Gallone, l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede insieme al capo politico del M5s, Vito Crimi, e Gennaro Migliore di Italia Viva per sbloccare il pagamento del bonus filiera. Oggi si sono confrontati con la vicepresidente del Pd, Debora Serracchiani alla quale è stato consegnato il documento che contiene le richieste a tutela della categoria.

“Un primo importante risultato l’abbiamo raggiunto – dice Naccari -. Inoltre, come abbiamo chiesto mesi fa alla presidenza del Consiglio, da qui in avanti il passaggio in altra fascia di colore partirà dal lunedì e non più la domenica. Ma non basta e perciò restiamo a Roma. La nostra protesta va avanti finché non avremo portato a casa il decreto ristori Quinquies, che, ancora fermo al palo, prevedrebbe 20 miliardi da destinare a imprese e autonomi”.

Da lunedì infatti TNI-Ristoratori Toscana sta dialogando con tutte le forze politiche per far comprendere la situazione drammatica in cui versano le imprese del mondo della ristorazione. “Capiamo benissimo che nel caso in cui la situazione epidemiologica peggiorasse sarebbero necessarie misure più restrittive – aggiunge -. Siamo stati i primi a chiedere di chiudere i locali per tutelare la salute pubblica. Ma se dobbiamo stare chiusi, sono indispensabili ristori adeguati. Finora, invece, abbiamo ottenuto solo briciole che hanno al massimo coperto il 4% del fatturato mensile”.

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