Commisso senza freni: “Sul nuovo Franchi non metterò un penny”

Da sinistra: il compianto Joe Barone, Commisso e Alessandro Ferrari

Conferenza stampa oggi allo stadio per fare il punto della situazione culminato con il durissimo affondo di Joe Barone: “La Fiorentina non è un giocattolo della politica. Abbiamo proposto diverse soluzioni e siamo ancora ad attendere risposte”

Dario Nardella può mettersi l’anima in pace. Rocco Commisso quei 55 milioni mancanti per il restyling dello stadio e bloccati dalla UE non li metterà di tasca sua. Ne domani, né mai. Con un’unica eccezione: realizzare un impianto nuovo ma alle sue condizioni. Qualche ora fa il presidente della Fiorentina hga incontrato i giornalisti nella sala stampa del “vecchio” Comunale intitolata a Manuela Righini e ha fatto il punto non solo sulla squadra ma anche e soprattutto sulla vicenda legata al progetto di riqualificazione dell’impianto fiorentino. Con lui anche il DG Joe Barone e nelle ultime file anche l’architetto Marco Casamonti. Perché per il Patron Viola l’unico progetto fattibile rimane appunto quello redatto a suo tempo dallo studio dell’architetto fiorentino poi bocciato nel 2019 dall’allora sovraintendente Pessina.

Ma ha anche lasciato un piccolo spiraglio aggiungendo la disponibilità a fare qualcosa, alle sue condizioni però. Ma in queste non rientra il “nuovo” Franchi perché ha ribadito “sicuramente sul nuovo Franchi non ci metterò un penny”. Ripercorsi tutti gli atti della vicenda, Commisso ha affondato di nuovo il coltello: “Io non credo che il Franchi sia un monumento, mamma mia. Non è all’altezza della vostra Firenze, forse nemmeno della mia, Firenze è bellissima ma lo stadio no. Non ci aiuteranno mai a farci fare uno stadio in tempi e costi giusti, con totale controllo. In qualche modo la politica vuole controllare quello che succede in queste città, incluso il futuro della Fiorentina. Io devo accettare e rispettare certe cose però nessuno può dirmi che non posso commentare. Nella mia vita la questione stadio rappresenta il più grande fallimento. Forse è colpa mia, che ho creduto di poter fare certe cose. Sono arrivato a 73 anni senza aver mai fallito ciò che mi ero prefissato: stavolta invece è successo”. Insomma un presidente a tutto campo e senza freni con un nuovo duro attacco alla politica e soprattutto alla burocrazia che immobilizza qualsiasi cosa. “Magari – ha continuato quel progetto del 2019 non sarebbe stato il più bello del mondo ma a quest’ora sarebbe stato finito. Invece siamo qui a parlare di uno nuovo che se anche i lavori iniziassero oggi non sappiamo quando finirebbero. Noi però abbiamo bisogno di risposte da mesi: dove giocherà la Fiorentina? Nessuna risposta. Quanto costerà l’affitto? Nessuna risposta. Quanto perderemo a giocare lontano da Firenze? Chi farà parte del management dello stadio? Non sappiamo ancora. A queste condizioni lo stadio se lo fanno loro”.

Il DG Viola Joe Barone

Durissime anche le considerazioni di Joe Barone nell’eventualità che la Fiorentina dovesse giocare fuori casa per due anni per consentire i lavori di riqualificazione dello stadio. “Ci sono tante domande alle quali non abbiamo ancora ricevuto risposte – ha detto -. Chi avrà il controllo della parte commerciale dello stadio? E soprattutto la durata. Vorrei aggiungere che qui abbiamo una proprietà molto seria, che ha fatto un investimento di oltre 450 milioni sulla Fiorentina. Abbiamo un popolo molto serio, abbiamo bisogno di idee e risposte, non possiamo essere ostaggio del mondo politico. La Fiorentina non è un giocattolo della politica. La Fiorentina in questi due anni perde i diritti televisivi, la parte della biglietteria e la parte del food e beverage. Per noi in due anni sarà una perdita enorme. Non abbiamo dettagli ed entro un anno bisogna andare a giocare altrove e non si hanno dettagli. Casamonti, con tutta la sua squadra, ha lavorato per tanti mesi, più di un anno, su varie opzioni. Una era il restyling del Franchi, una sulla Mercafir, una su Campi, una sul Ridolfi e una sui campini. Non abbiamo solo preso in considerazione una possibilità. Sono 4 anni che siamo qua a lavorare. Non vogliamo ricominciare questo tam tam per trovare nuovamente dei terreni, il meccanismo politico per i permessi ecc.. In tutto questo abbiamo perso 4 anni. Il Ridolfi era una realtà, abbiamo fatto delle riunioni”.

Infine la conclusione di Commisso: “Se mi sento preso in giro? Voglio rimanere molto rispettoso di chi è stato eletto nella politica fiorentina, Non mi hanno preso in giro, è che sono molto abituati ad agire politicamente, serve un po’ di atteggiamento rivoluzionario. Il Franchi è un bene del Ministero e un monumento. In quattro anni però non ho mai visto la coda la mattina per visitarlo. Quindi questo è un investimento che deve fare il Governo col Comune. Il treno da parte nostra è già passato. Questa deve essere un’opera dove il Comune deve trovare degli strumenti per portare avanti questo progetto”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.