Il Pd bacchetta Felleca e le chiede di rinunciare alla vice presidenza del Consiglio Comunale

Nella foto di repertorio, Barbara Felleca interviene in Consiglio dietro il sindaco Nardella

Durissima nota del capogruppo Nicola Armentano e del segretario cittadino Andrea Ceccarelli. “Dovrebbe riflettere sull’opportunità di mantenere un incarico conferito da una diversa parte politica”. Ma il centrodestra compatto la difende

Nicola Armentano (Pd)

Ci hanno messo 48 ore il capogruppo a Palazzo Vecchio Nicola Armentano e il segretario cittadino Dem Andrea Ceccarelli a commentare la decisione di Barbara Felleca, vicepresidente del Consiglio comunale, che in una lettera aperta ha annunciato l’addio al Pd e contestualmente l’adesione a Italia Viva (https://www.lamartinelladifirenze.it/laddio-di-barbara-felleca-lascio-il-pd-per-andare-in-italia-viva/). Poche righe ma molto dure nella quali si chiede, “in nome di stile e correttezza istituzionale” di recedere dall’incarico in quanto “conferito nell’ambito di una diversa appartenenza politica, con il sostegno dei consiglieri Pd”.

“Prendiamo atto della decisione della consigliera Barbara Felleca – scrivono i due esponenti del Partito Democratico -, seppure del tutto inaspettata, ma non possiamo che registrare a riguardo un certo sconcerto, per questioni di merito e di metodo con cui è stata presa. Di merito, perché questo malumore che la consigliera ha addotto come ragione di questa scelta, non ci era mai stato comunicato, anzi. Di metodo, perché da parte sua non c’è mai stato un accenno di discussione o confronto su questa possibilità nelle sedi più opportune, nel gruppo in cui è stata eletta in Consiglio comunale e che l’ha eletta vicepresidente di questa assemblea giusto qualche mese fa. Per questo riteniamo la sua decisione irrispettosa nei confronti di una comunità, quella del Pd, di cui è stata parte attiva fino a praticamente l’altro ieri. Stile e correttezza istituzionale vorrebbero che da parte sua ci fosse una riflessione sull’opportunità di mantenere un incarico che le è stato conferito nell’ambito di una diversa appartenenza politica, con il sostegno dei consiglieri Pd”.

A difesa di Felleca, oggi assente in Consiglio per motivi di salute, si schiera il centrodestra che parla senza mezzi termini di “vendetta del Pd”. “Difendiamo il ruolo istituzionale della vice presidente Barbara Felleca – spiegano Alessandro Draghi e Jacopo Cellai (FdI), Federico Bussolin, Simone Tani e Michela Monaco (Lega Salvini), Ubaldo Bocci, Emanuele Cocollini ed Antonio Montelatici (Gruppo Centro) -. Chiederne le dimissioni è un gesto che sa di vendetta per le liti interne al partito ed è una scelta che appare dettata unicamente dalla rivalità ormai evidente tra dem e terzo polo, ma nulla ha a che vedere con le dinamiche del Consiglio comunale. Vorremmo capire: IV è in maggioranza, esprime un assessore, perché allora Felleca dovrebbe lasciare? Nel centrodestra, quando i consiglieri Cocollini e Montelatici decisero di formare il proprio gruppo non furono mai messi in discussione i loro ruoli di vice presidente vicario e di presidente della commissione controllo. Forse il PD deve ricordarsi che ha l’aggettivo ‘democratico’ nel proprio nome, e mostrare più rispetto per chi appena lo scorso luglio è stato eletto dall’assemblea nel suo ruolo”. Di nervosismo parla infine il coordinatore fiorentino di Italia Viva Francesco Grazzini: “Evidentemente gli amici del PD sono nervosi. Gli consiglio di lavorare sui problemi della città invece di fare queste dichiarazioni contro chi ha fatto scelte legittime, dettate dalla coscienza e da un disagio che ormai è sotto gli occhi di tutti.”

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.